TENTATA ESTORSIONE A SANT’ANGELO, INDAGATO UN AVVOCATO

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ISCHIA – Una notizia di quelle davvero clamorose, una vicenda che ha avuto come location Serrara Fontana, o meglio il borgo marinaro di Sant’Angelo. A fare rumore non è soltanto l’attività di indagine che è stata condotta ed i riscontri che sono stati effettuati, ma anche l’interessamento dell’autorità giudiziaria che ha aperto un’inchiesta ed adesso dovrà pronunciarsi sul rinvio a giudizio o meno dell’indagato. Che, per la verità, è anche un indagato eccellente, dal momento che parliamo di un professionista e ancor più nello specifico di un avvocato. L’avviso in questione, come da prassi, sintetizza anche in parte quello che è accaduto, si legge di indagini condotte ai sensi degli artt. 56 e 629 del codice penale. Insomma, per farla breve l’accusa è di tentata estorsione. Secondo la ricostruzione dei fatti effettuata dagli inquirenti l’avvocato al fine di trarre un ingiusto profitto, compieva atti idonei consistiti in particolare nel presentare al comando provinciale dei Vigili del Fuoco e nel contempo alla Prefettura di Napoli una serie di esposti con i quali segnalava inagibilità e problematiche di sicurezza relative al parcheggio comunale ubicato nel Comune di Serrara Fontana o meglio a Cava Ruffano. Non solo, secondo l’accusa la tentata estorsione si configurerebbe nel fatto che sempre il professionista avrebbe prospettato la remissione di una querela da lui presentata nei confronti del gestore del predetto parcheggio comunale, esposto per il quale è tuttora in corso un procedimento penale. Ma qui viene il bello, rimettere la querela sarebbe stato non un atto di generosità ma semplicemente un gesto diretto a costringere G.C. a lasciargli parcheggiare gratuitamente l’auto presso il parcheggio della discordia e non solo ma anche ad inviare alla compagnia assicurativa – con la quale il gestore del parcheggio aveva stipulato una polizza per coprirsi dai rischi derivanti da eventuali problemi derivanti alle vetture che sostavano nell’area in questione – una falsa richiesta di risarcimento dei danni subiti dalla sua auto durante la sosta nello stesso. Il pm ha notificato l’avviso di conclusione indagini, ora ci sono venti giorni per l’indagato per presentare memorie o chiedere di essere sentito. Poi arriverà la richiesta di archiviazione o il rinvio a giudizio.