ISCHIA – Un vero e proprio “avvertimento”, al quale va riconosciuto non sono seguite azioni concrete, ma che va nell’ottica di difendere un appuntamento che ormai da oltre trent’anni da lustro all’isola d’Ischia. E così, nel bel mezzo dell’estate, scoppia la “guerra” dei Premi sull’isola verde con la Fondazione Premio Ischia che difende il proprio “marchio” dalla presenza del Premio Ischia Friends, che sembra avere connotazioni che profumano tanto di invasioni di campo che per ovvi motivi i fratelli Valentino ci tengono a preservare. Tutto è nato dieci giorni prima della serata che si è celebrata ad Ischia in Piazzetta San Girolamo, quando sotto l’egida di Franco Cavallaro si è svolta la quinta edizione del predetto Ischia Friends, con una serie di riconoscimenti a giornalisti (e non solo) che si sono dimostrati amici dell’isola decantandone doti e bellezze o regalando un’immagine positiva della stessa attraverso il circuito mediatico. Tutto parte da una raccomandata spedita da Elio Valentino, in nome e per conto della Fondazione, allo stesso Cavallaro (presso il Centro Europeo per Turismo Cultura e Spettacolo), ma anche al Ministero per lo Sviluppo Economico (dipartimento generale alla lotta per la contraffazione, Ufficio Brevetti e Marchi), alla Guardia di Finanza, al Coti, a Federalberghi e ovviamente anche agli avvocati convenzionati con la Fondazione Premio Ischia. L’oggetto è eloquente: “Diffida e messa in mora. Azione extra-giudiziale. Incarico formale avvocati, convenzionati con la Fondazione Premio Ischia”. Ma che cosa viene contestato dai fratelli Valentino? Nella diffida si legge chiaramente che la Fondazione è titolari tanto del marchio “Premio Ischia” quanto di quello “Ischia Friends), registrati entrambi a livello comunitario in relazione alle categorie “Giornalismo, Cultura e Comunicazione”. Lo stesso documento ricordava che la tutela dei marchi è prevista e disciplinata dal codice civile e poi nel passaggio successivo arriva il monito: “Venuto a conoscenza – scrive Elio Valentino – dell’uso improprio del marchio in relazione alla manifestazione Premio Ischia Friends in programma il 29 luglio ad Ischia, in cui si premiano giornalisti e comunicatori, così come si evince dal sito, e dagli effetti su articoli, comunicati ed inviti, segnalo con la presente agli avvocati della Fondazione ed ai responsabili degli enti preposti tale fatto”. Da qui la diffida al Centro Europeo ma anche a Federalberghi Ischia “a non utilizzare il marchio Premio Ischia e Premio Ischia Friends in relazione al giornalismo ed alla comunicazione con espresso avvertimento che con la presente si intende mettere in mora le società, enti, amministrazioni citate per tutti gli interessi di legge maturati a interrompere qualsivoglia termine di prescrizione con salvezza di ogni ulteriore azione; trascorsi 8 giorni dalla ricezione della presente, il sottoscritto si riserva di adottare tutte le opportune iniziative legali per la tutela dei propri diritti ed interessi”. Ecco perché è forse improprio parlare di guerra, dal momento che poi la manifestazione il 29 luglio si è svolta regolarmente, e peraltro senza cambiare né nome, né marchio, né programma né format. Ma possiamo dirvi con certezza che almeno per adesso, in piena estate sarebbe comunque difficile, azioni legali non ne sono state avviate: non sarebbe affatto nelle intenzioni di Benedetto ed Elio aprire un fronte bellicoso, ma tutelare i loro interessi quello sì. Senza dubbio alcuno. La novità, piuttosto, è costituita dalla lettera di risposta che il Centro Europeo ha inviato alla Fondazione Premio Ischia e per conoscenza a Franco Cavallaro, redatta e firmata dall’avvocato Beniamino La Piscopia: “Scrivo in nome e per conto del Centro Europeo per il Turismo Cultura e Spettacolo srl, in persona del suo legale rappresentate pro-tempore, dottor Giuseppe Lepore – si legge – che ha conferito ampio mandato allo scrivente per la tutela dei propri diritti ed interessi, per rappresentare quanto di seguito. Riscontro la Sua ricevuta in data 31.7.2013 per contestarne integralmente il contenuto in quanto destituito in ogni fondamento in fatto e diritto nei riguardi della società mia assistita. Preliminarmente si contesta la spedizione della lettera in parola al Dott. Franco Cavallaro presso il Centro Europeo, non facendo parte egli dell’organico del Centro, essendo solo un libero professionista di cui il Centro si avvale nei casi ritenuti necessari. Conseguentemente e, peraltro, nessun uso improprio del marchio da Lei indicato è stato mai fatto dalla mia assistita non essendosi mai occupata del premio indicato. Le ragioni di tutela della professionalità, del buon nome e della stima di cui gode da anni il Centro Europeo presso tutte le Istituzioni italiane ed estere impongono la diffida nei confronti di chiunque usi impropriamente il nome del Centro o attribuisca ad esso fatti e/o circostanze false e diffamanti all’immediata cessazione di simili condotte. Con ogni più ampia riserva di tutela del buon diritto della mia assistita, anche risarcitoria, presso le competenti autorità”. Insomma, dalla capitale si lavano le mani sostenendo di non avere nulla a che fare con eventuali iniziative usurpatorie di marchi e quant’altro e che le stesse eventualmente sono frutto di iniziative personali e senza l’egida del Centro stesso. Adesso è tempo di mare, a settembre capiremo che piega prenderanno gli eventi.