I temerari del mattone non mancano. Lo dimostrano i 40 sequestri operati dalla Polizia Locale del Comandante Ottavio Di Meglio sul territorio baranese nell’anno appena concluso. Si tratta di costruzioni ex novo e di ampliamenti di stabili già condonati. Ma è una battaglia continua. Solo in queste prime tre settimane del nuovo anno sono stati già quattro i sigilli apposti ad interventi edilizi non autorizzati. Altre decine di operazioni sono state compiute dai Carabinieri, insomma il mattone selvaggio non è passato di moda malgrado la crisi economica e la scure degli abbattimenti sempre pendente. L’ufficio del settore edilizia dei Vigili Urbani è sommerso da fascicoli, da comunicazioni che la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli invia quotidianamente. Accertamenti che gli agenti devono compiere per verificare se le sentenze definitive di demolizione sono state eseguite. E spesso durante questi sopralluoghi scattano nuovi sequestri per altre opere in corso. I faldoni si accrescono di nuove pratiche e vanno ad accrescere il numero delle demolizioni, anche se al momento solo teoriche. Sul fronte, infatti, è tutto fermo perché i Comuni non hanno fondi in bilancio da destinare alle demolizioni forzate. Di recente il Procuratore De Chiara ipotizzò la possibilità di reperire i fondi al Ministero, ma inoltrarsi nelle leggi (e nelle interpretazioni) è come attraversare una giungla. Sull’Isola d’Ischia non si può costruire, tout court. Eppure la cronaca degli anni ci ha fatto assistere ed imbattere in condoni, sentenze di condanna con patteggiamenti, prescrizioni, ricorsi al TAR, sospensive, dissequestri, un mondo parallelo legato all’abusivismo che, seppur si muove meno, non è mai scomparso. Negli anni scorsi il Comune di Barano provò a snellire qualche pratica di condono attraverso un protocollo con la Soprintendenza: un centinaio di pratiche furono sbloccate, poi si è tutto di nuovo bloccato. E sorprendentemente i temerari continuano. Nonostante tutto.