ACCUSATO DI MALTRATTAMENTI, ASSOLUZIONE PER SPOSATO

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Marco Sposato, baranese di origine siciliana era stato scarcerato il 23 aprile scorso, dopo l’arresto operato dai Carabinieri in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare firmata dal Gip Linda Comella, accusato del reato di atti persecutori nei confronti della ex moglie, Lo stesso Gip dispose tuttavia la scarcerazione, disponendo la più mite misura cautelare del divieto di avvicinamento all’abitazione della ex coniuge e ai luoghi dove ella svolge abitualmente le proprie attività, con l’annesso divieto di comunicare con lei. Nella decisione del Gip, che arrivò a tre giorni dall’interrogatorio di garanzia svoltosi alla presenza del difensore di fiducia dello Sposato, l’avvocato Gianluca Maria Migliaccio, ha verosimilmente avuto un peso non trascurabile la documentazione prodotta dal penalista ischitano, relativa alla sentenza di assoluzione in un altro procedimento in cui venivano contestati presunti maltrattamenti.
L’ultima udienza ha avuto luogo lo scorso 20 aprile: dopo l’accettazione della rimessione di querela da parte della difesa, il giudice dichiarò chiuso il dibattimento lasciando spazio alle parti per la formulazione delle conclusioni. Il pubblico ministero chiese la condanna per Sposato alla pena di sette anni di reclusione per l’accusa di lesioni aggravate (capo B), mentre per quella di maltrattamenti (capo A) l’accusa invocò l’assoluzione. Toccò poi all’avvocato Migliaccio tenere l’arringa finale, durante la quale il penalista pur associandosi alla richiesta di assoluzione relativamente all’accusa di maltrattamenti, chiese al giudice di emettere una sentenza di non doversi procedere per il capo B, previa esclusione dell’aggravante, in quanto veniva a mancare la relativa querela.
Il giudice Capuano ha poi emesso il suo verdetto, accogliendo in pieno le richieste dell’avvocato Migliaccio, e assolvendo lo Sposato dalle accuse di maltrattamenti “perché il fatto non sussiste”, vista la rimessione di querela della ex moglie perché in precedenza vi erano stati dei litigi con l’accusato per quanto riguarda l’esercizio del diritto di visita dei bambini piccoli. Il fatto che la signora ammise che i litigi erano originati dall’impossibilità dello Sposato di vedere i figli, un’impossibilità causata dal proprio comportamento, e che tali litigi erano reciproci come anche le aggressioni fisiche, ha indotto il giudice a emettere sentenza di assoluzione. In relazione all’accusa di lesioni, è dunque automaticamente arrivata la pronuncia di non doversi procedere visto il ritiro della querela per il reato precedente. La pronuncia di assoluzione, come detto in apertura, ha verosimilmente avuto la sua importanza nell’indurre il Gip a disporre la liberazione dello Sposato dalla detenzione.