AGGRESSIONE COL MARRAZZO, DOMENICO IACONO CONDANNATO A TRE ANNI

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Il verdetto del collegio presieduto dal giudice Antonio Palumbo è arrivato ieri mattina, dopo un processo durato poco più di un anno, basato sull’accusa iniziale configurata come tentato omicidio. Domenico Iacono è stato condannato a tre anni di reclusione per lesioni aggravate nei confronti di Salvatore Iacono. L’episodio risale al primo febbraio 2016 quando l’aggressione, secondo la ricostruzione accusatoria, era stata condotta con un’arma impropria potenzialmente molto offensiva: una roncola, o meglio un “marrazzo”, attrezzo agricolo ricurvo con la parte interna tagliente. Un episodio che costituì il culmine di una tensione originatasi da numerosi contestazioni di confine tra i fondi dei due cittadini serraresi.   Il collegio giudicante ha quindi derubricato il reato di tentato omicidio volgendolo in quello di lesioni aggravate, condannando Iacono anche al pagamento delle spese processuali e al risarcimento dei danni, da liquidarsi in separata sede.  La sentenza non ha dunque accolto interamente la richiesta del pubblico ministero, che per l’imputato aveva invocato la condanna a sei anni di reclusione senza l’applicazione delle attenuanti, per tentato omicidio. Comunque il verdetto appare invero “salomonico”, quasi una soluzione per equilibrare le richieste di accusa e difesa. Quest’ultima, ricordiamo, in subordine aveva richiesto la derubricazione del reato alla fattispecie di lesioni volontarie. Il tribunale ha dunque emesso una sentenza in un certo senso equidistante tra i due estremi. Nella valutazione avrà verosimilmente pesato la scarsa entità delle lesioni riportate in concreto da Salvatore Iacono, colpito alla testa e al braccio, che resero necessaria l’applicazione di quindici punti di sutura al capo da parte dei medici dell’Ospedale Rizzoli di Lacco Ameno. In sostanza, le lesioni provocate dal “marrazzo” in caso di volontà omicida sarebbero state più gravi, vista l’offensività potenziale dell’arma. La parte civile, difesa dall’avvocato Lorenzo Bruno Molinaro, è apparsa comunque soddisfatta dal verdetto di condanna, indipendentemente dalla qualificazione giuridica (appunto lesioni, e non tentato omicidio) che il Tribunale ha attribuito al reato.

Bisognerà attendere alcune settimane per il deposito delle motivazioni, e avere così un quadro esaustivo del ragionamento che ha portato il Tribunale a derubricare l’accusa iniziale, e allo stesso tempo capire perché, una volta stabilito che si trattasse di lesioni aggravate e non di tentato omicidio, infliggere una condanna comunque non lieve per quel tipo di reato. A quel punto, la pubblica accusa e la difesa del signor Domenico Iacono valuteranno le successive mosse.