Il professor Francesco Mattera, agronomo, per una vita intera si è dedicato allo studio e alla cura di queste piante che hanno caratterizzato il paesaggio italiano e ischitano. Che oggi rischia di perdere uno dei suoi protagonisti: il pino domestico, in particolare, è fatalmente aggredito da un insetto, la Toumeyella parvicornis, che espelle enormi quantità di melata che conferiscono all’albero attaccato un aspetto lucido, in particolare sulla corteccia. In seguito, spesse muffe fuligginose si sviluppano sulla melata facendo assumere alla corteccia e agli aghi un colore nero intenso, ricoprendo di fumaggine nera anche il terreno sottostante le piante colpite. Gli esemplari di pino domestico che fanno parte del nostro patrimonio arboreo ne sono minacciati senza distinzione: nella pinete di Ischia come in quelle di Fiaiano, negli esemplari lungo le strade o nei giardini di qualche privato. «Il tratto più falcidiato» continua ancora Mattera, «è quello che costeggia via Leonardo Mazzella, nei pressi di Fondo Bosso. Almeno quaranta alberi morti di cui buona parte da tre anni, quindi anche molto pericolosi perché stanno lì lì per crollare».
L’insetto, una cocciniglia piccola e micidiale, è arrivata in Italia dal Nord America, dal Canada in particolare, dove però viene indicata raramente come insetto così dannoso. Dal litorale campano è sbarcata a Ischia dove è stata segnalata (per la prima volta), circa tre anni fa. Come se non bastasse, a differenza degli areali di origine dove gli insetti fitofagi si riproducono una volta all’anno ed esistono già antagonisti che ne frenano l’avanzata, nelle nostre aree la velocità di riproduzione è più forte, la carica più aggressiva e senza alcun antagonista naturale in grado di contrastarli.
Insomma, un quadro piuttosto avvilente quello che è emerso dall’incontro “Il verde dell’isola verde: emergenze fitosanitarie, possibili rimedi e ruolo dei cittadini”, organizzato alla Biblioteca comunale di Ischia dall’Associazione ‘Gli alberi e noi – Isola Verde’ a cui hanno partecipato il Prof. Antonio Pietro Garonna, Docente di entomologia generale e applicata presso l’Università degli Studi Federico II; il Prof. Giuseppe Sollino, agronomo e il Prof. Francesco Mattera, agronomo. L’Associazione, guidata dall’ambientalista Lilli Cacace (che ha moderato l’incontro) ha svolto in questi anni un’attività di ricerca e sensibilizzazione che ha portato a qualche primo risultato, ma ancora molto c’è da fare. In attesa di un competitore biologico o di ricerche dispendiose dall’orizzonte temporale (fin troppo) lungo, il passo più immediato è quello di informare la cittadinanza con l’aiuto di scienziati in grado di spiegare la provenienza dell’insetto, descriverne i danni (soprattutto quelli visibili), attivare un intervento tempestivo per rafforzare le difese dell’albero, aggiornarci sulle ultime novità (scarse, a dire il vero) della ricerca ma anche ripensare (e progettare) una nuova politica del verde più razionale.