ANCHE IL RIESAME CONFERMA LA CUSTODIA IN CARCERE PER ALMERICO CALISE

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Anche dal Tribunale del Riesame arriva la conferma:  Almerico Calise resta in in carcere. Il 49enne ischitano era stato colpito dalla misura disposta dal Gip dopo l’episodio che si svolse nella notte tra il 3 e il 4 giugno scorsi ai piedi del Castello Aragonese di Ischia Ponte. Calise si era rinchiuso in un locale che diversi anni fa ospitava un’attività ristorativa ai piedi del maniero. Da lì, secondo il rapporto dei Carabinieri intervenuti, avrebbe minacciato di far esplodere una bombola di gas che, come ha spiegato in seguito l’imputato, sarebbe stata casualmente rinvenuta nel locale stesso. Al di là dell’effettivo pericolo causato (pare che la bombola fosse usata, dunque con poco gas all’interno e quindi scarsamente idonea a fare danni) l’evento provocò un certo allarme nel borgo ischitano: i turisti e i residenti a passeggio sul ponte furono indotti alla fuga verso il Piazzale, dove i Carabinieri radunarono ogni passante prima di dedicarsi alle trattative con Almerico Calise e indurlo a uscire spontaneamente dall’improvvisato rifugio. Infine, i militari intervennero sfondando i finestrini laterali dell’auto del Calise che stava tentando di allontanarsi dal posto, circostanza che, aggiunta alla resistenza del guidatore, provocò alcune lesioni a tre Carabinieri intervenuti. Per questo, l’accusa principale nei confronti di Almerico Calise è quella di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale, oltre a quello di strage (reato a consumazione anticipata, per il quale non esiste il “tentativo”). Il Gip Carola convalidò l’arresto operato dai militari disponendo, come detto, la custodia in carcere. Nell’udienza l’imputato spiegò di aver cercato di evitare che nell’ex ristorante ormai dismesso trovassero rifugio consumatori di droghe leggere o coppie in cerca di intimità. Dunque nient’altro che una sorta di “missione” rivolta a preservare dal degrado il locale attiguo alla struttura monumentale che domina il borgo antico di Ischia. Tuttavia il magistrato non ha potuto non constatare i momenti di agitazione, a loro volta indice di delicate condizioni mentali, dell’imputato.

Proprio sulla base di tali condizioni di salute psichica hanno indotto la difesa dell’imputato, sostenuta dall’avvocato Mariangela Calise, a chiedere al Tribunale del Riesame di riconsiderare la misura cautelare disposta dal Gip e disporre dunque un’attenuazione della stessa, per ottenere almeno l’uscita dal carcere: un ambiente poco “salubre” per le condizioni delicate dell’imputato. Meglio sarebbe stato, secondo la difesa, il trasferimento presso una struttura sanitaria specializzata. Tuttavia i giudici del Riesame hanno sostanzialmente confermato la decisione del Gip, e dunque Almerico Calise resta al momento in carcere. Un responso sul quale avrà verosimilmente pesato anche uno dei precedenti a carico dell’imputato, che qualche tempo fa era evaso dagli arresti domiciliari.