Anche nel centro destra cominciano i primi scricchioli. Come per il Pd, i cedimenti e gli scontri cominciano dalla Campania dove in queste ore si registrano le dimissioni da coordinatrice provinciale di Annarita Patriarca, mentre Fulvio Martusciello, di Forza Italia, ha lanciato da diversi mesi la volata per candidarsi. Una iniziativa che dicono i ben informati non sarebbe piaciuta a Fratelli d’Italia, che potrebbe invece puntare sulla candidatura del sottosegretario Cirielli, mentre c’è chi non esclude che si faccia avanti anche il ministro Piantedosi, capace ad inizio ottobre di portare il G7 in Irpinia, a pochi chilometri da casa sua. Ritorna poi ciclicamente e forse a sua stessa insaputa l’eterna ipotesi della candidatura di Antonio D’Amato, l’ex presidente degli industriali. Tutto questo attivismo ha suscitato più che un problema anche all’interno del partito azzurro al punto pare, da determinare le dimissioni dal ruolo di segretario provinciale che sono state presentate da Annarita Patriarca con la lettera indirizzata al ministro Tajani, che è il segretario nazionale del partito, ed allo stesso Martusciello nel ruolo di coordinatore per la Campania di Forza Italia. Patriarca, che era stata eletta nel congresso provinciale svoltosi a gennaio di quest’anno a Castellammare di Stabia, lamenta che non ci sono le opportunità e le possibilità «per svolgere il ruolo con serenità e condivisione». Sottolinenando a sostegno delle sue doglianze «posizioni preconcette e fughe in avanti». Metodi non condivisi e di cui risentirebbe la credibilità stessa del partito e dei sui dirigenti. Scrive di un partito non inclusivo, che è minato «da microsistemi».