La vicenda dei servizi igienici “off limits” al porto di Casamicciola costituisce un esempio dell’apparato burocratico di casa nostra che non funziona, con la Regione che si muove in una maniera, il privato che va a passo di lumaca, il Comune “costretto” a rimanere a guardare e tanto per cambiare con i cittadini che poi finiscono sempre con l’essere vittime del sistema. Ma mai come nella circostanza a rimetterci è soprattutto l’immagine turistica di un’isola come la nostra già alle prese con mille criticità e che dunque certe cose potrebbe (anzi dovrebbe) davvero risparmiarsele. A Casamicciola, entrando nel nocciolo della questione, ormai non sanno più a quale santo votarsi per chiedere la riapertura dei bagni ubicati nella zona portuale, quella attigua alle biglietterie. L’ennesima nota al presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, alla direzione generale Mobilità di Palazzo Santra Lucia, all’Asl Na 2 Nord e per conoscenza al Prefetto di Napoli è davvero recente. Non solo, è pure perentoria nei contenuti: “Sono pervenute a questo ente numerose segnalazioni di turisti e residenti circa il mancato funzionamento dei servizi igienici situati nel fabbricato denominato ‘Italia 90’ sul porto turistico commerciale di Casamicciola Terme, fabbricato di proprietà della Regione Campania. Con la presente, considerata la stagione estiva in corso e l’elevato flusso turistico, è assolutamente indispensabile aprire i locali e consentire l’utilizzo dei servizi igienici. Visto che il perdurare di tale situazione può comportare anche problemi di carattere igienico-sanitario, con la presente chiedo e diffido la Regione Campania ad attivarsi ad horas per la risoluzione della problematica. Con la presente colgo l’occasione per evidenziare che tutto il fabbricato denominato ‘Italia 90’ si presenta in uno stato di degrado generalizzato poco consono all’immagine di un paese turistico quale è il Comune di Casamicciola Terme. Pertanto è necessario eseguire i lavori necessari per dare decoro al fabbricato”.
Era luglio quando il responsabile dell’area tecnica, Agnese Cianciarelli, ed il sindaco Giovan Battista Castagna firmavano questa nota che però è rimasta assolutamente inevasa e inascoltata. Il risultato è che con quei bagni chiusi diversi turisti che attendono l’arrivo di aliscafi e traghetti non possono andare al bagno e in alcuni casi è capitato anche che alcune persone anziane o mamme con bambini hanno dovuto chiedere di utilizzare quelli ubicati nella sede peraltro provvisoria e certo non a cinque stelle del municipio, all’interno del Capricho. In realtà, quanto accaduto è frutto di un vero e proprio pasticcio ma anche di tempi italici che vanno a rilento. Quei bagni, infatti, sia pure tacitamente erano sempre stati gestiti dall’ente locale fino a quando dalla Regione non hanno deciso di darli in concessione. Palazzo Santa Lucia ha seguito l’iter previsto il problema è che quando al protocollo del municipio casamciciolese fu inviato l’avviso (che poi sarebbe stato pubblicato sul Burc) con l’invito a manifestare evidentemente l’interesse per vedersi assegnata la gestione di quella “porzione” di fabbricato, nessuno ebbe la possibilità di rispondere o di leggere quella mail. Da poco si era verificato il terremoto e gli uffici erano ancora in fase di assestamento al Capricho, col protocollo che tra l’altro era finito “k.o.” per ovvi motivi.
Il risultato fu che l’area in questione venne concessa alla Traspemar che avrebbe utilizzato una parte come biglietteria assumendosi però l’onere di curare anche la pulizia e l’apertura dei servizi igienici. Ne è passato di tempo, ma il risultato è che siamo ormai arrivati a fine agosto e quei bagni sono rimasti mestamente e vergognosamente chiusi. In compenso, è apparso un cartello che segnala l’apertura di una non meglio precisata serie di lavori. Già, a partire dal 10 settembre. Quando l’estate sarà ormai finita. Che dire, poveri noi…