La storia di un viaggio epico racconta di un evento straordinario. È la storia di una statua a dir poco imponente, quella del Cristo Morto del Lantriceni, che lo scorso anno approdò a Ischia nel comune Turrita.
Un viaggio pieno di emozioni contrastanti: il cristo morto, icona della religiosità procidana che lasciava l’isola per andare a riscaldare i cuori dei cugini ischitani. La sacra effige fu accolta da una folla commossa e ammirata. scolpito nella memoria di Forio e nel cuore di coloro che hanno assistito a questo evento straordinario.
Le strade di Forio erano invase da una folla in trepidante attesa, pronta a dare il benvenuto al Cristo. L’atmosfera era carica di emozione e la tensione si poteva tagliare con un coltello. D’improvviso, le campane della chiesa sul porticciolo di Forio suonarono festosamente annunciando l’arrivo imminente della statua.
Tra gli applausi scroscianti e lacrime di gioia, il Cristo sbarcò in banchina. I volti dei presenti erano illuminati da un misto di devozione e gratitudine, come se in quel momento avessero toccato qualcosa di divino. Il passaggio del Cristo per le vie di Forio poi, resterà per sempre inciso nella memoria collettiva, un evento che ha unito la comunità e ha rafforzato la fede dei suoi abitanti.
La targa che giovedì prossimo, poco dopo l’intronizzazione della statua dell’addolorata nella chiesa di san Sebastiano a Forio, verrà posizionata in ricordo del viaggio epico della statua del Cristo, è un simbolo toccante di perpetua memoria. Incisa sulla targa sono le parole che narrano la storia di questo viaggio straordinario, rendendo omaggio alla forza e alla determinazione degli organizzatori che hanno reso possibile il viaggio.
“Nell’anno del signore 2023 il 26 marzo in occasione dei festeggiamenti di Maria Santissima addolorata la parrocchia di san Sebastiano martire sotto la guida del parroco Beato Scotti il comitato dei festeggiamenti, il clero di Forio, le autorità civili e militari, il popolo di Dio festante accoglieva con grande venerazione e fede sul suolo della città turrita per la prima volta, la preziosa e venerata statua del Cristo Morto di Procida opera di Carmine Lantriceni custodita dalla venerabile congrega dell’Immacolata ‘Concezione dei Turchini”.
Ci sono eventi che, per la loro grandiosità e profondità, lasciano un segno indelebile nella memoria collettiva. Ma cosa rese così significativo questo evento? È il fatto che attraverso quella traversata, la statua diventò simbolo di speranza, di unità e di resilienza anche e soprattutto a margine di quanto accadde a Casamicciola nel novembre precedente. Un viaggio che nelle parole del parroco, sulla Chiesa del Soccorso, ricordò come la fede potesse superare qualsiasi distanza e che il suo potere unisce le persone in un legame indissolubile.
L’Eredità del Viaggio è stato sancire un legame ancora più forte con Forio, comune ischitano molto vicino al popolo Procidano.
“La presenza della statua del nostro Cristo Morto a Forio – ha detto il superiore della Congrega dei Turchini, vero deus ex machina dell’evento Matteo Germinario– è stato un evento molto sentito e accolto con grande gioia dalle comunità isolane ed ha lasciato un segno indelebile. La targa commemorativa, che giovedì sarà posizionata nella chiesa di San Sebastiano Martire per perpetuare il ricordo di questo avvenimento straordinario, si erge come un simbolo di gratitudine e devozione”.