tratto da AFFARI ITALIANI
Dal piccolo comune di Ischia ai banchi del Parlamento europeo a Bruxelles. È il salto fatto da Giuseppe Ferrandino (per tutti Giosi), deputato europeo del Partito democratico che ha preso il posto di Gianni Pittella, eletto al Senato al voto del 4 marzo. Campano, classe 1963, Ferrandino ha una lunga storia in politica e una lunga esperienza nell’amministrazione locale. “Proprio questa mia esperienza di vicinanza con il territorio è il bagaglio che voglio portare a Bruxelles“, spiega ad Affaritaliani.it.
Onorevole, qual è stato il primo impatto con la realtà europea?
“Qui a Bruxelles il livello della discussione politica è elevato, si discutono temi talvolta molto astratti, il mio obiettivo è quello di portare concretezza. Come amministratore locale ho una visione nobile della politica che ha come obiettivo dare una risposta ai problemi dei cittadini”.
Come amministratore locale lei ha sentito l’Europa e le Istituzioni europee come un soggetto vicino con cui interloquire?
“Devo dire che manca quel legame auspicabile tra il livello territoriale e quello europeo. Anche in sede Anci spesso mancavamo di un interlocutore all’interno del Parlamento europeo, spessissimo anche con il Parlamento italiano a dire la verità. Credo che la disaffezione dei cittadini italiani per la politica sia dovuta anche a questo scollamento tra politica a livello nazionale e a livello locale”.
Qual è il suo giudizio complessivo sul progetto europeo?
“Io mi sento europeista anche se oggi vediamo che l’Europa così com’é non sta funzionando. Non c’è coesione e solidarietà e anche la crisi di governo che sta attraversando il nostro paese é in parte frutto di questa mancanza di attenzione dell’Europa verso i Paesi più in difficoltà. Hanno dunque facile gioco i populisti a fare leva sulla rabbia delle persone, criticando l’Europa a 360 gradi, per ottenere un consenso elettorale che però non si traduce in proposte costruttive e realizzabili”.
Ha già individuato qualche dossier che le piacerebbe affrontare in questo anno che ci separa dalle elezioni europee?
“Per ora sono stato assegnato alla commissione Affari economici che é forse la più importante del Parlamento europeo. Tuttavia é certamente anche la più complessa. È una commissione molto tecnica che ha alcuni dossier ancora aperti. Cercherò di inserirmi in un lavoro che è partito già da molto tempo contribuendo a definire una politica europea che sia più vicina ai cittadini”.
Ci sono altre commissioni che la interessano?
“Ho fatto richiesta di entrare nella commissione Trasporti e turismo o in alternativa nella commissione Ambiente. Sono infatti due commissioni nelle quali io credo che la mia esperienza come amministratore locale, che conosce bene le sfide che devono affrontare i piccoli comuni, potrebbe portare un valore aggiunto.“
Pensa di ricandidarsi il prossimo anno?
“Dovrò certamente confrontarmi con il partito ma sono certo di avere tutte le carte in regola per poter correre alle prossime elezioni europee. In questo anno che ci separa dal voto farò del mio meglio per portare valore aggiunto alla discussione parlamentare, ma sono certo che potrei realizzare risultati ben superiori se avessi cinque anni a disposizione“.
Lei ha una storia giudiziaria travagliata. È stato accusato di corruzione nel caso della Cpl Concordia ma è stato poi scagionato da ogni accusa. Questa esperienza ha cambiato il suo approccio alla politica?
“La passione verso la politica non è mai cambiata. Ho subito una grande ingiustizia ma la mia perseveranza non mi ha fatto mai mollare. Fin dal primo momento ho capito che si stava perpetrando un grande abuso ma non mi sono mai scoraggiato. L’episodio che è capitato a me potrebbe capitare a qualunque cittadino italiano e il mio impegno é fare in modo che nessuno si trovi nella mia stessa situazione”.