I cittadini colpiti dal sisma chiedono di essere ricevuti
La saga delle demolizioni pubbliche a Casamicciola Terme prosegue e la ricostruzione di Ischia continua ad inciampare sulle sue macerie. I cittadini continuano ad opporsi e provano ad avere risposte sulla loro sorte. Fin qui lo fanno senza esito, scontrandosi a colpi di ordinanze e ricorso legali con i decisori istituzionali. Questa è la volta di Mario Taliercio del “Blocco 3” sempre in via Spezierie, nel caso denominata via Ottoringolo, dove è previsto una demolizione complessiva per oltre 2 milioni di euro. Taliercio con sua madre Maria Mucibello e suo fratello Giuseppe, da settimane fa la spola tra il commissario Giovanni Legnini che lo ha ricevuto più volte ed il municipio del Convento di Casamicciola Terme dove da mesi non riesce ad avere audizione. Stamane ha presidiato con sua madre l’ingresso del comune di via S.Girardi ed ha chiesto di essere ascoltato dal primo cittadino a cui era stato rimpallato ieri dopo una audizione con Giovanni Legnini. Taliercio piantonato di due vigili aveva chiesto di incontrare il primo cittadino Giosi Ferrandino che però ha lascito il municipio senza riceverlo, pare per pregressi impegni, oppure il tecnico comunale Ing.Gaetano Grasso. Il motivo. Dopo l’audizione con Legnini per evitare l’abbattimento della sua casa il commissario si è detto possibilista, accordando uno stralcio dal piano demolizioni del suo fabbricato, previo parere, però, del comune, competente territorialmente. Cosi Taliercio chiede di sapere le intenzioni dell’amministrazione comunale e i motivi di tali intenzioni, si è detto pronto a presidiare costantemente la casa del popolo, ma anche la sua abitazione di famiglia dove teme “l’improvviso assalto delle ruspe”.
« Voglio solo chiedere al Sindaco, all’Ufficio Tecnico a qualcuno che possa rispondermi cosa intende fare il comune di casa mia- ci spiega Mario Taliercio- Ieri sono stato un’altra volta dal Commissario Giovanni Legnini e mi ha detto che casa mia può essere “stralciata” ma non dipende da lui e che devo rivolgermi al comune “competente territorialmente”. Sono venuto qui oggi per essere ricevuto e mi hanno detto che non era possibile- conclude Taliercio- Il sindaco è andato via passando dal vialetto di sotto ed io ho chiesto che qualcun altro potesse ricevermi. Mi è stato ancora detto che non c’è nessuno e che forse oggi pomeriggio potrei incontrare il tecnico comunale Gaetano Grasso- ancora aggiunge sulle sue intenzioni- Io non mi muovo aspetto che mi rispondano sulla sorte della mia casa e della mia famiglia, che mi dicano che intendono fare davanti alla mia richiesta di voler ricostruire al Majo e restare nella mia casa una casa che sta li da decenni, storica e che può essere aggiustata con un buon intervento di ricostruzione e non certo distrutta senza sapere neppure perché! Adesso mi rivolgerò anche ad un legale e cercherò di tutelarmi».
“Casa Taliercio” oggetto della odierna richiesta di chiarimenti è un immobile appartenuto ad una delle più numerose famiglie di possidenti terrieri e contadini della zona. La proietà, l’ultima generazione della stirpe prova a slavarla dal maglio dell’abbattimento ed a ricostruirla. Dice “no“ ad una distruzione pedissequa di una storia di un luogo senza poter comprendere le ragioni tecnico scentifiche, ma anche pianificatorie.Cosi dopo Raffaella Iaccarino con il “blocco 5” anche la Famiglia Taliercio nella stessa zona con il “blocco 3” ha tentato la levata di scudi contro le ipotesi demolitorie. In precedenza, i fratelli Giovan Giuseppe e Mario Taliericio con la madre Maria Mucibello si sono affidati, come gli altri, ai legali Aniello e Gianluca Palomba per difendersi e rintuzzare l’offensiva con una serie di lettere e richieste fin qui rimaste inesitate. Oltre che a Casamicciola ci sono altri casi di opposizioni al Piano Demolizioni anche a Lacco Ameno e di cui vi abbiamo già parlato.