DISSEQUESTRATI TRE RISTORANTI AI MARONTI

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Sono stati dissequestrati dalla Procura tre ristoranti ai Maronti. Negli ultimi mesi numerose strutture balneari e ristorative erano state oggetto di misure di sequestro preventivo. I processi di merito sono ancora in corso, ma nel frattempo nelle ultime ore il pubblico ministero, dottor Giuseppe  Visone, ha disposto il dissequestro di tre strutture: “Ottomano” di Fioravante Cenatiempo, “Il Nettuno” di Francesco Conte e “Da Mario” di Agostino Ferrandino. Dissequestro che è stato notificato ai titolari dagli uomini della Capitaneria di Porto.

Vi è comunque una differenza di non poco conto nella “ratio” dei tre provvedimenti, al di là dell’effetto. Nel caso dell’“Ottomano”, il titolare Fioravante Cenatiempo, difeso dall’avvocato Lorenzo Bruno Molinaro, ha correttamente ottemperato a tutte le prescrizioni dell’Asl, come accertato con verbale dalla stessa Azienda sanitaria locale, nel quale si conferma espressamente che la parte ha provveduto ad ottemperare alle prescrizioni impartite con il verbale del 5 ottobre 2017, realizzando una nuova pavimentazione di tipo vinilico della quale viene esibita la scheda tecnica di sicurezza, e adeguando alle normative attuali i servizi igienico-assistenziali per i lavoratori. Di conseguenza l’intero stabilimento è stato definitivamente dissequestrato e non sarà mai più smontato sino alla scadenza della concessione fissata, come per tutti gli stabilimenti italiani, al 31 dicembre 2020. Anche per “Il Nettuno” di Francesco Conte, difeso dall’avvocato Giancarlo Di Meglio, e  “Da Mario” di Agostino Ferrandino, è stato disposto il dissequestro, ma  in questo caso il motivo va individuato nel fatto che i titolari hanno reso smontabili le rispettive strutture.

Adesso gran parte della partita si deciderà nella citata udienza di dopodomani: se il giudice Capuano dovesse accogliere le tesi dell’avvocato Molinaro, automaticamente ne beneficierebbero anche gli altri stabilimenti, che potrebbero così evitare di smontare ogni anno le proprie strutture fino alla scadenza della concessione. È in gioco l’intera convenienza economica, e quindi la stessa sopravvivenza, di gran parte degli stabilimenti della baia dei Maronti, che in caso di condanna dovrebbero annualmente montare e smontare le strutture con grande dispendio di denaro che renderebbe antieconomica l’attività stagionale. Ecco perché sull’udienza che si svolgerà venerdì mattina presso la sede di Ischia del Tribunale in via Michele Mazzella sono puntati molti occhi.