LACCO AMENO – «Noi abbiamo arato il terreno nel 1997, abbiamo seminato, stavamo cominciando a raccogliere i frutti di lungo lavoro e il nuovo contadino al servizio della cittadinanza ha deciso di mandare tutto all’aria, con una buriana devastante». Si sintetizza in questa significativa metafora il pensiero critico di Tuta Irace, ex sindaco di Lacco Ameno più volte chiamato in causa come capro espiatorio dei numerosi debiti che gravano sul comune all’ombra del Fungo, finito poi di fatto ufficialmente in dissesto. «Il progetto politico che stavo portando avanti assieme ai membri della mia amministrazione affonda le sue radici nel 1997 con l’allora sindaco De Siano, ed è stato poi completamente snaturato nel tempo. È giusto che la visione politica sia differente, – precisa l’ex sindaco di Lacco Ameno – ma ciò che è stato fatto in passato è fondamentale. La continuità amministrativa andava portata avanti». Il progetto del Porto era un gioiellino di speranza. Avevamo puntato molto su questo fattore. Sarebbe stata una fonte per posti di lavoro, per lo sviluppo dell’economia con il riflesso di benessere per commercianti». «Gli introiti derivanti dal porto ammontavano a un milione e 400 mila euro e una buona parte, tolte le spese e i pagamenti dei debiti, finivano nelle casse del Comune – chiarisce Tuta Irace che poi attacca – Con l’amministrazione Monti questo disegno è stato stravolto. È stato letteralmente regalato un porto che non ha fruttato al comune di Lacco Ameno neanche un centesimo. E sul porto noi avevamo puntato tutto, sapevamo che poteva essere il volano dell’economia del comune all’ombra del Fungo. Con quelle entrate i debiti sarebbero stati ripianati in pochi anni. «Il dissesto andava evitato e ciò poteva essere fatto se ci fosse stata la ferrea volontà di evitare tale disastro. I numeri che riguardano i famosi buchi che si vogliono leggere non erano tali da mettere in una situazione di k.o l’amministrazione lacchese». Le parole dell’ex sindaco di Lacco Ameno poi portano al confronto con il comune termale che ha rischiato lo stesso destino. «Anche Casamicciola era sull’orlo del dissesto ma un’amministrazione che tiene al bene della comunità fa di tutto per scongiurare tale triste epilogo. L’amministrazione Monti ha compiuto una serie di azioni scellerate che hanno portato a questa situazione. Hanno tolto ossigeno alle casse con la mancata riscossione dei proventi del Porto che di fatto è stato regalato. E pensare che con la mia amministrazione, nell’estate del 2011, gli introiti dal porto avevano fruttato alle casse di Lacco Ameno un milione e quattrocento mila euro.