DISSESTO, PER PROCIDA: IL SINDACO MISTIFICA LA REALTA’

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In merito alla udienza tenutasi il 15 marzo presso la Corte dei Conti per la valutazione della situazione finanziaria del Comune di Procida, relativa ad ottobre 2016, non essendoci documenti ufficiali, ci riferiamo a quanto dichiarato sui social dal Sindaco. Peraltro non ha voluto il supporto in aula del tecnico comunale del settore. Aveva studiato, a suo dire, la situazione il giorno prima, dopo che le controdeduzioni erano state inviate già da 20 giorni.

Ancora una volta il sindaco mistifica la realtà per coprire responsabilità ed incapacità della sua Amministrazione.

Il piano di riequilibrio predisposto dalla precedente Amministrazione ed approvato nel 2013 dalla stessa Corte si basava su riduzione dei costi di gestione e su entrate da dismissioni patrimoniali ed era certamente sostenibile. La dichiarazione di dissesto, non era necessaria, oltre al fatto che avrebbe avuto conseguenze ben più pesanti per l’Ente e per i cittadini che era giusto e possibile evitare.

Che le gare per la vendita dei beni immobili e della quota societaria del porto turistico andassero deserte non era prevedibile, alla luce delle situazioni esistenti.

Grave invece è stato il comportamento dell’attuale Amministrazione che ha continuato a inserire tali Entrate nei piani anche quando non é stata in grado di confermare il 49% di detta quota societaria o in presenza di altre gare di vendita andate a vuoto o addirittura quando non ha esperite altre.

La Corte dei Conti nei rilievi ha precisato le responsabilità di questa Amministrazione quando chiede provvedimenti per aver inserito nelle previsioni di Entrata il ricavo della vendita di dette quote societarie nel Marina di Procida Spa ridottesi al 25%, quasi allo stesso prezzo del 49% per il quale non c’erano stati acquirenti. La Corte ha giudicato altrettanto grave i tarocchi inseriti da questa Amministrazione nelle previsioni di Entrate del Bilancio di Previsioni 2015, addirittura alcune voci dimostratesi fasulle al 900%. Di ciò Sindaco ed attuale Amministrazione sono chiamati a rispondere e nessuna giustificazione hanno saputo addurre nelle controdeduzioni. Ed è certo che ciò ha il suo forte peso nel giudizio della Corte.

Altra affermazione del Sindaco del tutto fuori luogo è relativa al mutuo di 11 milioni che nulla ha a che vedere col piano di riequilibrio o col dissesto. I Comuni l’hanno utilizzato per avere liquidità, secondo le disposizioni di legge, restituibile in 30 anni e che ha consentito di saldare i creditori privati con vantaggi per gli Enti.

L’aspetto più grave, ovviamente sottaciuto dal Sindaco, è che il nostro Gruppo consiliare, proprio per tener conto delle difficoltà di ottenere adeguate Entrate dalla dismissione di beni patrimoniali per notevoli importi ed in particolare dal porto turistico, aveva proposto di riformulare il piano in modo diverso.

Tenendo conto delle esperienze fatte, proponemmo di valorizzare la riduzione della spesa corrente strutturale, ottenibile nei dieci anni in cui è possibile adeguare il piano, compresa quella derivante dal pensionamento di oltre 30 dipendenti, da sola, a regime, per ben oltre 1 milione di Euro annui. Insieme ad una ridottissima quota da vendita di beni patrimoniali già verificatisi o ancora ottenibile se necessario, si poteva ottenere il ripiano dello sbilancio strutturale a cui il piano di riequilibrio è chiamato a far fronte e dei debiti fuori bilancio.

L’Amministrazione non volle accettare le nostre proposte, preferendo insistere su ipotesi di vendite dimostratesi poi abbondantemente non realizzabili, come giustamente osserva la Corte.

GRUPPO CONSILIARE PER PROCIDA