FATTURE FALSE, CHIESTO PROCESSO PER 11: C’E’ ANCHE UN FORIANO

165

Undici richieste di rinvio a giudizio sono state avanzate dal pm Giulio Barbato in una inchiesta della guardi di finanza su fatture per operazioni ritenute inesistenti. Il 25 giugno dovranno presentarsi dinanzi al gup Vincenzo Landolfi, che dovrà decidere se fissare il processo o il non luogo a procedere, Gheorghe Alin Ene, 43 anni, di Montesarchio, Claudio Simeone, 54 anni, di Montesarchio, Giovanni Luciano, 58 anni, di Forio d’Ischia, Silvio Stella, 52 anni, di Montesarchio, Alessia Thay Stella, 36 anni, di Milano, Giacomino Grimaldi, 47 anni, di Montesarchio, Luciano Nardone, 64 anni, di Montesarchio, Alberto Pittoni, 59 anni, di Vietri di Potenza, Fabio Iannella, 42 anni, di Montesarchio, Gianfranco Maione, 41 anni, di Montesarchio, e Carmine Borreca, 29 anni, di Cervinara, al quale è contestata solo una ipotesi di favoreggiamento, difesi dagli avvocati Fabio Russo, Guido Principe, Fabio Russo, Isidoro Taddeo, Vittorio Fucci, Togo Verrilli, Elena Mugnai, Marianna Febbraio, Giuseppe Maturo, Carmelo Sandomenico, Costantino Ricci e Irena Masciola.

Attenzione puntata, da parte dei militari, sulla presunta emissione di fatture per operazioni inesistenti in relazione alla gestione di due imprese (edile e cartoleria) definite apparentemente operative; imprese individuali che non avevano presentato alcuna dichiarazione fiscale per gli anni 2019 e 2020 pur avendo ‘licenziato’ numerose fatture in favore di un ristretto numero di ditte nei settori elaborazione dati, fabbricazione porte e finestre, gestione commerciale di beni immobili, promozione pubblicitaria, installazione di impianti elettrici, realizzazione e completamento di edifici, abbigliamento.

Un quadro, quello emerso dall’attività investigativa, che aveva indotto la Procura ad avanzare la richiesta di una misura cautelare e reale per dieci indagati (tranne che per Borreca), respinta dal Gip. Una decisione contro la quale il Pm ha proposto appello: su quello relativo alla proposta di misure cautelari è attesa la decisione del Tribunale di Napoli, mentre l’altro, riguardante il sequestro dei beni, è stato respinto dal Tribunale di Benevento.