DI GAETANO FERRANDINO
ISCHIA – Abbiamo provato più volte a chiederlo al diretto interessato ma lo stesso, sia pure pungolato direttamente e per conto terzi, si è trincerato nel più assoluto mutismo. Abitudine non certo da “top player” quella di gettare la pietra e poi nascondere la mano, ma ci può stare ed in fondo fa parte del personaggio. Ma che si tratti o meno di bluff (in fondo mancano pochi giorni per scoprirlo con indubitabile certezza), a questo punto non resta che provare a vestire i panni da psicologi – quelli che, per la verità, in fondo meno ci si addicono, ma che volete farci… – e provare a capire cosa c’è dietro l’ultimo colpo di coda, l’ultimo “strappo” (in ordine cronologico, è meglio specificarlo, in modo che il diretto interessato eviterà di toccare ferro o fare scongiuri di altra natura più o meno coloriti) del sindaco d’Ischia Giosi Ferrandino. Cosa c’è dietro, o meglio cosa può esserci, a quella riunione di maggioranza convocata la settimana scorsa in municipio e nel corso della quale il primo cittadino ha lasciato intendere in maniera chiara ai suoi di tenersi pronti per eventuali elezioni anticipate. Anzi, anticipatissime, da tenersi addirittura a maggio di quest’anno. Il che significa, conti alla mano, che Ferrandino non dovrebbe essere più sindaco il prossimo 24 febbraio e che – considerati i canonici venti giorni per il ripensamento – dovrebbe presentare le sue dimissioni appena scossa il mese di febbraio. Tutto quanto accadrebbe immediatamente dopo, compreso il tanto agognato approdo al Parlamento Europeo, porterebbe il paese alle urne nella primavera del 2016, insomma quasi tra un anno e mezzo, dopo un periodo di interregno gestito dal vicesindaco prima del “rompete le righe”.
UN “SILURO” CHE NON HA TURBATO I SONNI DI NESSUNO
Partiamo subito da un dato di fatto. Il sindaco d’Ischia, nel suo lungo excursus politico, è sempre stato abituato a giocare d’azzardo, a volte anche sul filo del rasoio, in maniera border line per usare un’espressione tanto in voga. L’impressione, che tale resta, è che abbia voluto farla anche stavolta per dare una scossa e provare a vedere quanto il mare si sarebbe “mosso” di fronte al lancio dell’ennesima pietra. Sotto questo aspetto, però, i risultati non sono stati dei più incoraggianti: quelli della sua stessa maggioranza non hanno preso nemmeno in considerazione l’ipotesi di uno stop anticipato della consiliatura, né tantomeno si sono allarmati al rischio di dover correre nuovamente a fare i conti con l’elettorato quando a stento si è arrivati a metà del mandato. Se l’obiettivo giosiano, insomma, era quello di “seminare il panico”, beh possiamo dire senza assoluto timore di essere smentito che l’obiettivo non sia stato raggiunto. E né dall’altra parte la fuga in avanti pare aver turbato le truppe – invero sparse e prive di coesione, particolare questo non trascurabile e sul quale ci soffermeremo tra poco – che oggi gli si contrappongono. Nessun segnale, nessuna risposta, nessun commento da parte dei tre esponenti della minoranza: e pensare che Carmine Bernardo, Salvatore Mazzella e Ciro Ferrandino (quest’ultimo, in particolare) non si perdono occasione per “pungere” pubblicamente il primo cittadino. Stavolta, invece, nisba! Il progetto (o presunto tale) giosiano, tra l’altro, non pare aver turbato nemmeno i sogni del presidente del consiglio comunale Gianluca Trani, che oggi appare a tutti gli effetti un antagonista, il quale il gossip di palazzo non ha inteso nemmeno commentarlo. Non gliene frega nulla, anche se per ovvi motivi la risposta fornita al cronista è stata decisamente più garbata. Sul fronte centro destra, reazione identica ed analoga: Luigi Mattera e Giorgio Balestrieri nemmeno si sono interrogati sui motivi di questa improvviso “virus” dimissionario, ma tirano avanti per la loro strada e mandano a dire che in vista delle prossime amministrative, che si svolgano domani mattina, nel 2017 o a metà strada, in tanti sbagliano a non considerare le velleità di un centro destra che a loro dire avrebbe molte più cartucce da sparare rispetto a quanto possano attualmente ipotizzare i bookmakers. Bontà loro, anche se nel frattempo ci piacerebbe sempre capire limitatamente ad Ischia – ed in attesa del Comune Unico, elettorato isolano permettendo – cosa abbia in testa il proprio leader Domenico De Siano. Per alcuni, infatti, il caularone è morto, per altri è impossibile che muoia per tutta una serie di logiche e dinamiche sulle quali tiriamo dritto per non andare fuori traccia e probabilmente anche per risparmiarci una querela.
GLI OBIETTIVI: CAPIRE SE C’E’ L’EREDE CONDIVISO DAL GRUPPO
E torniamo alla riunione della scorsa settimana. Una chiave di lettura può sicuramente essere rappresentata dal fatto che Giosi abbia voluto “pesare” gli uomini della sua maggioranza. Un’elezione anticipata rappresenta anche l’occasione per cominciare a fare sintesi su quello che deve essere il suo erede al trono. E su questo, ormai, da mesi la rosa sembra essersi ristretta a due nomi, quelli ormai arcinoti di Enzo Ferrandino ed Isidoro Di Meglio, consigliere comunale il primo e assessore il secondo. Il sindaco, a nostro avviso, è convinto che gli uomini del Pd non arriveranno mai alla quadratura del cerchio e chissà che in fondo lui, con questa ed altre iniziative, intenda dimostrare proprio questo: di fronte alla stretta finale di un ritorno al voto anticipato, potrebbe essere proprio lui a mettere tutti d’accordo e a puntare su un terzo uomo che sia di cosiddetta “garanzia”. Che potrebbe essere l’attuale vicesindaco Carmine Barile, uomo sul quale qualche euro potrebbe anche essere scommesso, o addirittura una persona avulsa dall’attuale contesto politico: renziano doc, Ferrandino è ben consapevole di quanto di questi tempi l’opinione pubblica sia sensibile all’effetto novità. In una contesa come la prossima, che allo stato attuale si presenta decisamente incerta negli uomini e negli schieramenti, questa soluzione consentirebbe di non perdere il bacino di consensi né di Enzo né di Isidoro, pur con tutti i distinguo del caso: il primo, in un caso come nell’altro, è vincolato all’asset Pd, il secondo invece potrebbe anche strizzare l’occhio a qualche altro esponente politico e decidersi a fare il grande salto anche senza l’avallo di Giosi. Ma attenzione, sempre che ci sia il tempo per correggere il tiro: se si va a votare subito, pur considerando che le vie della politica come quelle del Signore sono infinite, sarebbe davvero difficile giustificare un salto della quaglia non ponderato ma effettuato dalla sera alla mattina.
L’IPOTESI “B”: RIPARTIRE CON VOLTI NUOVI SALVANDO IN POCHI
C’è poi un’altra possibilità, per alcuni remota, per altri un po’ meno, da prendere in debita considerazione. Giosi Ferrandino ha capito che la popolarità sua e del suo gruppo di consiglieri ed assessori negli ultimi tempi non è certo a livelli eccelsi e quel che è peggio continua a scemare: potenza di un sindaco assorbito da impegni politici extraisolani a livello di partito, ormai potenzialmente demotivato, e di una squadra che senza il suo faro riesce solo a combinare “sfaceli”. Ed allora ecco che accelerare il ritorno alle urne potrebbe anche essere una mossa studiata per poter scaricare tutti e riaprire un nuovo ciclo basato sempre su liste civiche ma con molti volti nuovi, salvando soltanto quello che c’è da salvare dell’attuale maggioranza e chiedendo a qualcuno di fare un passo indietro non candidandosi in prima persona ma piuttosto proponendo soggetti e forze fresche dagli stessi debitamente “sponsorizzati” in campagna elettorale. Qualcuno la prenderà per una follia, la verità è che ci può stare pure questo. In mezzo a tante ipotesi ed a tante incertezze, una certezza scientifica e matematica c’è: nessuno si sognerebbe mai di dire al proprio sindaco che quella di andare al voto anticipato è una scelta giusta. Ferrandino la maschera (ma può anche darsi che ci creda davvero, e in fondo ci può stare) col presupposto che bisogna giocare d’anticipo e che visto che oggi gli avversari sono spaccati in più fronti e che difficilmente potrebbero fare una giusta sintesi, almeno “collegiale”, è opportuno non dar loro il tempo tecnico necessario per costruire una coalizione forte e compatta: ipotesi, questa, che avrebbero i tempi per mettere a punto se arriva all’improvviso il trasloco al Parlamento Europeo ed il voto come detto slitta di un bel po’.
IL “NO” DELLA MAGGIORANZA: IL FUTURO LASCERA’ IN TANTI A CASA
Ma c’è il rovescio della medaglia, che non può non essere tenuto in debita considerazione. La composizione del prossimo consiglio comunale ad Ischia sarà rappresentata da una vera e propria rivoluzione dettata dalle nuove normative entrate in vigore, e che abbiamo visto peraltro applicate sia a Forio che successivamente a Casamicciola: ci sarà il voto abbinato tra un uomo ed una donna, e soprattutto un terzo del civico consesso dovrà essere rappresentato da quote rosa, da qui non si scappa. Questo significa, in parole povere, che anche se domani l’attuale maggioranza vincesse le elezioni a mani basse come avvenuto nel 2012 (ma la cosa appare decisamente inverosimile), almeno cinque-sei degli attuali consiglieri resterebbero a casa. Perché l’unico esponente in gonnella nel palazzo municipale di via Iasolino è Rosanna Ambrosino, che è assessore, mentre nel civico consesso di donne non ce ne sono affatto. Insomma, vale la pena mollare la polpetta con un paio di anni di anticipo correndo il rischio di non frequentare più le stanze dei bottoni? Per carità, è un’ipotesi da scongiurare ad ogni costo. Ed allora la pantomima continua, con un solo inequivocabile sospetto: che quello che accadrà – facendo eccezione per quei quattro “zerbini” che campano e vivono attraverso la politica e che senza di essa sarebbero in grossa difficoltà – pare proprio non interessare a nessuno. Non proprio quello che forse Giosi si attendeva. Nell’attesa che magari, uscendo allo scoperto, ci racconti quelle che sono le sue “verità nascoste”. Noi, francamente, non aspettiamo altro.