FORIO, ESPOSTO CONTRO STANI VERDE: CHIESTA LA DECADENZA DEL LEADER D’OPPOSIZIONE

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A Forio c’è la sensazione che si sia voluto tendere un “trappolone” a Stani Verde, attuale consigliere di minoranza di Forio – e candidato a sindaco alle ultime elezioni amministrative –  provando a mettergli uno “sgambetto” di quelli che verosimilmente lo avrebbero reso incompatibile con la carica attualmente ricoperta. Abbiamo usato il condizionale, però, perché ad onor del vero anche su questo ci sarebbe ampiamente da discutere, almeno ascoltando il parere di alcuni addetti ai lavori. La storia in questione ha origine nel momento in cui Verde, e parliamo ancora della precedente consiliatura, ricorre al Tar contro l’approvazione del bilancio da parte dell’amministrazione in carica. Sono momenti convulsi, quelli, per il sindaco Francesco Del Deo, che ha una maggioranza rabberciata, anzi non ce l’ha proprio: basti pensare che per “licenziare” il documento contabile (adempimento indispensabile per evitare l’arrivo del commissario prefettizio) si rende necessario fare affidamento anche sul voto del primo cittadino e la partita si chiude infatti con nove voti favorevoli e otto contrari. Senza scendere troppo in particolari di natura tecnico-giuridica che nello specifico interessano ben poco, il ricorso di Verde viene respinto e lo stesso condannato dalla magistratura amministrativa al pagamento delle spese.

L’esponente politico non si fa pregare e decide così di effettuare tempestivamente un bonifico bancario destinato alle casse dell’ente di via Genovino. Stani Verde è talmente repentino che addirittura il legale del Comune gli invia una nota invitandolo a “saldare” quando questi in realtà ha già provveduto. La scena si ripete al Consiglio di Stato, ma stavolta al consigliere non viene notificato nulla e dunque lo stesso non provvede a versare alcunché nelle casse comunali. In realtà il provvedimento viene pubblicato anche all’albo pretorio ma secondo il diretto interessato senza la dovuta visibilità. Passa qualche tempo, però, e si arriva al dunque. Perché al presidente del Tribunale di Napoli arriva un ricorso a firma di tale Michele Calise, foriano, classe 1947, nel quale lo stesso dopo aver ricordato la convalida dell’elezione a consigliere di Stani Verde scrive: “Tuttavia, costui si trova in condizione di incompatibilità alla carica di consigliere comunale per debito pregresso alla elezione e quindi ai sensi dell’art. 63 comma 6 del D.L.vo 267/2000 non può ricoprire la carica di consigliere in quanto egli è debitore del Comune di Forio; infatti egli ha impugnato innanzi al Consiglio di Stato la decisione del Tar della Campania, che aveva rigettato la domanda cautelare del ricorso da lui proposto per l’annullamento della deliberazione del consiglio comunale di Forio che aveva approvato il bilancio dell’esercizio 2016. Il consiglio di Stato con l’ordinanza n. 251 del 26 gennaio 2017 ha rigettato il ricorso in appello del Verde Stanislao e lo ha condannato al pagamento delle spese processuali liquidate in euro 2.000”.

Nel ricorso vengono poi spiegati anche i successivi passaggi portati a compimento e in particolare quanto accaduto il 9 marzo dello scorso anno: “Il Comune di Forio – scrive nel suo ricorso Calise – ha intimato il pagamento della somma di euro 3.018; l’ufficiale giudiziario il 15 marzo 2017, recatosi presso l’abitazione di Stanislao Verde ove risiede in Forio alla via Mezzavia, non lo ha rinvenuto. Ha quindi affisso l’avviso alla porta che l’atto è stato depositato presso la casa comunale ed ha spedito in pari la raccomandata 579 l’avviso su fogli piegato recante sul tergo l’indirizzo contenente l’avvertimento che l’atto era stato depositato presso la casa comunale. Il portalettere il successivo 20 marzo 2017 si è recato nuovamente presso l’abitazione del Verde, non l’ha rinvenuto e gli ha immesso nella cassetta dello stabile in indirizzo l’avviso che il plico sarebbe stato in giacenza per dieci giorni presso l’ufficio postale di Forio. Esso non è stato ritirato dal Verde e l’atto è stato restituito al difensore del Comune in data 21 aprile 2017 per compiuta giacenza in quanto non è stato ritirato”. Il ricorrente, il predetto sig. Calise, è straordinariamente a conoscenza di tutti i fatti, come si nota dalla sua analitica esposizione, al punto che rincara la dose sottolineando che “il Verde, d’altronde, era a conoscenza del debito in quanto la stampa locale aveva reso nota la circostanza che egli era risultato soccombente in tale giudizio e le spese erano state poste a suo carico”, per poi ribadire che l’ordinanza del Consiglio di Stato prevedeva la condanna al pagamento delle spese al Comune di Forio per l’importo complessivo di euro 3.018.

Secondo il ricorrente ed il suo legale di fiducia, Giuseppe Di Meglio, Stani Verde entro la seduta della convalida delle elezioni, svoltasi il 23 luglio scorso, “avrebbe dovuto saldare e pagare al Comune di Forio il debito per il quale era stato messo in mora sin dal 30 marzo 2017” per poi aggiungere: “Egli non solo non vi ha provveduto, ma ha addirittura dichiarato all’atto dell’inizio della seduta consiliare del 23 luglio 2018 che non versava in nessuna condizione di ineleggibilità o incompatibilità, come si legge nel verbale della seduta consiliare, così inducendo in errore il consiglio comunale. Il ricorrente solo recentemente è venuto a conoscenza di tale dichiarazione non veritiera in quanto egli è stato messo in mora dal Comune per il pagamento di quanto dovuto. Trattasi di causa di incompatibilità che avrebbe dovuto essere rimossa entro la seduta della convalida, essendo insorta prima delle elezioni e della convalida stessa. La Corte di Cassazione ha chiarito che successivamente tale incompatibilità non possa essere rimossa col pagamento allorquando sia stata esperita l’azione popolare di cui all’art. 70 del D.L.vo 267/2000”. Da qui la richiesta di Michele Calise che chiede al tribunale che sia dichiarata l’incompatibilità di Stani Verde a ricoprire la carica di consigliere comunale di Forio, annullando la convalida della sua elezione e disponendo la sua surrogazione con il primo dei non eletti”.

Insomma, al netto delle ragioni che può o meno avere il ricorrente, non c’è dubbio che siamo di fronte ad un nuovo caso di “alta tensione” nella politica foriana, con l’evidente volontà di togliersi gli “schiaffi da faccia” con un consigliere che lo scorso anno cercò di mandare anticipatamente a casa l’amministrazione comunale guidata sempre da Francesco Del Deo? Ma quante possibilità ha di essere accolto questo ricorso? E’ chiaro che il ricorrente ci crede, altrimenti nemmeno lo avrebbe messo nero su bianco per il tramite dell’avv. Giuseppe Di Meglio. La difesa dell’attuale leader della minoranza per adesso non commenta al pari dell’interessato, anche se da dietro le quinte traspare un ottimismo nemmeno così cauto ma decisamente marcato. Ovviamente ci si muoverà nelle opportune sedi per opporsi alla richiesta di Calise e smontare il “teorema accusatorio”. In un caso come nell’altro, giustizia e politica si fondono con la morale che resta sempre la stessa: all’ombra del Torrione la guerra non finisce mai. Appuntamento per il primo round  il  16 novembre dinanzi ai giudici del Tribunale Civile.