GIORNATA DELLA MEMORIA, PAROLE E PENSIERI DEGLI STUDENTI DELLA “SCOTTI”

153

20150123_152243di Isabella Puca

Sono attenti e precisi nelle risposte i ragazzi della 1° N della scuola media Giovanni Scotti di Ischia che, con tanta dedizione, si sono preparati, insieme ai loro professori, alla giornata di oggi in cui viene celebrato l’orrore dei campi di sterminio; una sola giornata in tutto il mondo, dal 2005, per commemorare quel numero indefinito di vittime dell’Olocausto. Sarà una lunga giornata quella di oggi che inizierà con un minuto di silenzio, introdotto da uno squillo di tromba, alle 11.59; in quello stesso orario, 70 anni fa,  le truppe sovietiche entrarono ad Auschwitz liberando completamente il territorio polacco dalle truppe tedesche. La lettura di alcuni brani  tratti da “Se questo è un uomo” opera esemplare di Primo Levi, un sopravvissuto dei campi di sterminio, introdurrà ancora di più al tema così come anche la cerimonia del braciere. Le classi si alterneranno poi per far visita alla Biblioteca Antoniana dove si terrà la maratona di lettura e canti della memoria. Venerdì pomeriggio i ragazzi del tempo prolungato della sezione N, erano intenti alla preparazione della canzone di Noa tratta dal film “La Vita e bella” accompagnati alla chitarra dal maestro Rosario Di Meglio; altri coloravano invece delle farfalle impigliate nel filo spinato. 20150123_152259 (1)«Le farfalle – dice Stefano – rappresentano la  libertà che non avevano gli ebrei, il filo spinato è la prigionia dei tanti bambini, la crudeltà degli umani che li aveva imprigionati». Sono davvero preparati sul tema e quando chiediamo loro di raccontarci cosa significa il 27 gennaio sempre Stefano risponde, «dobbiamo ricordarci degli ebrei uccisi e sterminati dai tedeschi. Abbiamo preparato queste farfalle e la storia di Brundibar a fumetti, che è stata inventata da un musicista polacco che stava nel campo di concentramento di Theresienstadt per quei bambini che volevano essere liberi e giocare come tutti i bambini del mondo. Per me, tra  gli uomini, non dobbiamo sterminarci più ma con la cattiveria umana potrebbe anche succedere di nuovo, ma speriamo davvero di no». I ragazzi sono titubanti per l’età ma sono preparati, e alle domande alzano la mano e, in modo composto, rispondono citando film che hanno visto, storie che hanno letto paragonando ciò che è stato, al razzismo che ancora oggi si fa largo tra loro, «ora ci sono più libertà – dice Andrea –  e c’è di meno questo problema della differenza. Oggi abbiamo il razzismo verso i differenti, quelli dalla pelle scura o i malati ma si spera che finirà presto. Per me sono tutti uguali, noi  siamo la generazione del futuro e domani, non ci sarà più questo problema ».