ISCHIA – Un atto che tecnicamente dice poco, nel senso che si tratta di una delibera tutto sommato di routine ma che invece all’atto pratico, specialmente per i più curiosi, racconta molto e nello specifico quanto costa “mantenere” in piedi una barca come quella del Comune di Ischia, e non sono certamente quattro spiccioli. Lo si evince chiaramente da un atto varato dalla giunta municipale guidata da Giosi Ferrandino ed avente ad oggetto “quantificazione somme non soggette ad esecuzione forzata primo semestre 2015”. Cerchiamo di capire di cosa si tratta: un articolo del decreto legge 267/2000 sancisce in maniera inequivocabile l’impignorabilità delle somme degli enti locali destinati a scopi quali ad esempio le retribuzioni al personale dipendente e relativi oneri per tre mesi, a rate di mutui e prestiti relativi al semestre successivo ed all’espletamento di una serie di servizi locali indispensabili. Quanto occorre per sbrigare questa tipologia di ordinaria amministrazione, secondo le normative vigenti, non può mai essere sottratto nemmeno in maniera “forzosa” dalle casse di un ente locale, che ne abbisogna per poter garantire la gestione dello stesso e sotto certi aspetti anche di un paese. Ed allora, siccome coi tempi che corrono non si può mai sapere (ma a parte la battuta, siamo davanti ad un adempimento, lo ripetiamo, rituale e routinario) negli uffici comunali del palazzo municipale di via Iasolino si è effettuata una attenta ricognizione dei servizi locali indispensabili in atto sul territorio nonché il grado di fruizione ed il consolidamento, si legge, “ormai radicato e sentito nelle aspettative della propria comunità”. Insomma, in parole povere si sono messi a fare i conti per capire quali somme dovessero rimanere intoccabili per i primi sei mesi del nuovo anno solare, e dunque il periodo di tempo che va dal 1 gennaio al 30 giugno. E allora andiamoli a vedere questi conti, spiegando subito che il funzionamento della struttura costa praticamente nove milioni di euro per il semestre sopra indicato, e dunque di fatto – centesimo più, centesimo meno – diciotto milioni di euro per un intero anno solare. Non scendiamo in considerazioni di natura economico-finanziaria soffermandoci su se sia tanto o sia poco, ma magari per soddisfare la curiosità dei più andiamo a vedere cosa esce dalle casse dell’ente locale in sei mesi. Le retribuzioni al personale dipendente comprensivi degli oneri a carico ammontano a 3 milioni di euro. Per quanto riguarda le rate dei mutui quelle in scadenza il 23 ed il 30 giugno ammontano a 900.000 euro, quelle da onorare a febbraio e maggio fanno un totale di 522.951,52. Per questo riguarda l’espletamento dei servizi locali indispensabili, ovviamente, l’elenco è molto più lungo e dettagliato e riguarda sempre il periodo gennaio-giugno. Per Telecom, Enel ed Evi occorrono 380.000 euro, per le spese postali 20.000, per le spese economali 60.000, per quelle di carburante, assicurazioni ecc. per il parco automezzi 30.000 euro. Le spese di manutenzione degli impianti e del patrimonio comunale si attestano invece a 610.000 euro, il canone per il servizio di Nettezza Urbana a 2.300.000 euro, le spese necessarie per il funzionamento degli uffici e servizi indispensabili per l’ente a 500.000 euro. C’è pure una spesa sociale quantificata in 220.000 euro e quelle del la tutela delle ragioni dell’ente, che in sei mesi porta fuori dalle casse 350.000 euro. A conti fatti, l’importo complessivo sfiora i nove milioni di euro, fermandosi per la precisione a 8.892.951,52.