IL CASO – KOSMOPOLIS, ALL’ANTONIANA TENSIONI E POLEMICHE PER L’AMP

131

foto pezzo principaleDi Antonello De Rosa

Ischia – Si chiude in modo concitato l’incontro organizzato presso la  sala conferenze della biblioteca Antoniana di Ischia che ha ospitato ieri la direzione dell’area marina protetta delle Cinque Terre, un evento organizzato dalla scuola politica Kosmopolis che da almeno tre anni prepara corsi indirizzati ai giovani isolani finalizzati alla sensibilizzazione e approfondimento delle competenze politiche. In prima fila, a seguire le parole illuminanti del dottor Valeriani, ci sono le personalità più importanti che attualmente tengono le redini dell’area marina protetta Regno di Nettuno. Riccardo Strada, Donatella Migliaccio, Silvano Arcamone seguono attentamente le parole di Valeriani. Analizzano il funzionamento di una amp virtuosa che funziona bene e che si mostra come un modello da seguire per dare lo slancio che merita a un’area marina protetta rimasta per troppo tempo cristallizzata in un immobilismo imperdonabile. Uno spreco inconcepibile che danneggia la visibilità dell’isola sul mercato turistico internazionale. L’istituzione dell’area marina protetta nelle acque nella porzione di mare che bagna le isole di Ischia e Procida potrebbe rappresentare un notevole incentivo per il turismo isolano ma, di fatto, a causa di stop di natura burocratica non tende a decollare. seconda foto pezzo principaleL’Area marina, laddove costituita, si è rivelata un volano per l’economia: oltre all’immagine di qualità, da non sottovalutare è l’eccezionale possibilità di sviluppare diverse attività, anche nuove, legate al mare ed al turismo dei Comuni interessati con la realizzazione di numerose iniziative e nuovi posti di lavoro ed indiretto beneficio per tutte le altre attività economiche esistenti. Il dottor Valeriani espone le caratteristiche fondamentali dell’area marina protetta ligure e sembra di ascoltare un modello di come potrebbe divenire il Regno di Nettuno, un parco acquatico in stretta sinergia con le bellezze del territorio. Prima dell’istituzione dell’area marina protetta il territorio  non riusciva a vedere prospettive lungimiranti, l’emigrazione era l’unica prospettiva per i giovani abitanti della zona. L’istituzione dell’area marina protetta ha portato nel tempo a un’occupazione che si avvicina quasi alla totalità delle persone attive in età lavorativa: sono 130 gli operatori diretti che lavorano nell’amp e almeno 2000 gli operatori impegnati in lavori derivanti. Dalle slide presentate appare chiaro come un progetto perpetrato nel tempo si sia materializzato in un prodotto vincente che attira turisti e che ha migliorato tutto l’indotto turistico della zona con benefici notevoli. Un sogno, un’organizzazione virtuosa resa però possibile anche grazie alla sinergia vitale con il l’ente Parco che si sviluppa nelle cinque terre e che consente di poter usufruire anche degli afflussi di denaro straordinari cui  il regno di Nettuno non ha disponibilità. IMG_0643Anche la differenza del numero di abitanti, come evidenziato dagli interventi in chiosa, incide profondamente nella qualità della proposta. Riccardo Strada, il direttore scientifico del Regno di Nettuno sottolinea poi come l’amp delle cinque terre abbia avuto modo di metabolizzare l’area marina protetta, un ente che popolazione e autorità locali hanno imparato a fare propri nel tempo. Ma é l’intervento finale di Nicola Lamonica ad animare il dibattito su questioni politico amministrative. Parla dell’area marina protetta paragonandola a una pagina vuota, al centro dei mille litigi dei sindaci delle varie municipalità. I primi cittadini sono etichettati come arroganti che hanno condotto l’area marina protetta nelle secche del clientelismo. Un’accusa che suscita lo sdegno del presidente Donatella Migliaccio che invitando alla calma il presidente dell’autmare non ha accettato la pesante allusione foriera di incomprensioni. Gli animi concitati, dopo l’intervento di Silvano Arcamone che ha riportato sui binari della questione il discorso si é poi concluso con il retrogusto amaro della polemica.