IL CASO – MULTE E DENUNCE “PILOTATE” PER SPILLARE SOLDI AI CITTADINI!

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CASAMICCIOLA TERME – E’ una favola, è vero, ma l’impressione è che non sia stata affatto scritta per i bambini ma racconta in veste goliardica fatti che sulla carta sono di una certa gravità, o meglio di una gravità assoluta. E’ stata “postata” sul social network, è vero, ma siccome il racconto non arriva certo da un novellino o da un fake, ma da una professionista ischitana che esercita la professione di avvocato, è chiaro che la cosa suscita molte perplessità e se vogliamo fa anche drizzare i capelli in testa. Perché, in fondo, parliamo di fatti di una gravità inaudita che certamente non mancheranno di richiamare l’attenzione delle forze dell’ordine, che tra l’altro su questo racconto “sui generis” avrebbero già acceso i riflettori. Potenza di un mondo investigativo che oggi, purtroppo e per fortuna, deve alternare alle indagini tradizionali anche l’attenzione che bisogna riservare al mondo del web, divenuta non soltanto cassa di risonanza ma anche valvola di sfogo per coloro che vogliono denunciare magagne o cose che non funzionano.

Il “bubbone” scoppia qualche giorno fa, esattamente il 19 ottobre, quando un’avvocatessa ischitana, tale B.M., si lascia andare ad un testo “fiabesco” sul suo profilo Facebook dal titolo di quelli che incuriosiscono subito: “C’era una volta nel Feudo di Casamicciola una strana coppia il Gatto, un vigile, e la Volpe, un Azzeccagarbugli, che come nella storia di Pinocchio avevano ideato un sistema per fare soldi, alla faccia della povera gente”. Una frase che risuona subito nelle orecchie, dal momento che l’espressione “fare soldi” fa immediatamente accendere la spia rossa. Ed il racconto, invero, si rivela più interessante ed anche se la descrizione dei fatti viene esposta utilizzando alcuni personaggi di fantasia, appare chiaro dove voglia andare realmente a “parare” la professionista isolana, che pare decisamente informata su fatti che laddove confermati sarebbero a dir poco di una gravità inaudita. Di seguito, infatti, si legge che “Il Vigile, come un gatto felino dopo aver studiato i movimenti delle sue vittime designate… al momento opportuno interveniva con le cosiddette multe a dispetto…ossia multava l’ignara e innocente vittima…che proprio perché innocente non avendo compiuto alcuna violazione s’inalberava…il furbo Gatto in divisa, che aveva premeditato il tutto con la Volpe azzeccagarbugli, alla presenza di testimoni di piacere, partiva con la denuncia per Oltraggio a Pubblico Ufficiale…”. Insomma, roba raccapricciante perché per chi non lo avesse capito qui si parla di un soggetto che si prendeva la multa di applicare contravvenzioni inesistenti scatenando la reazione dei multati di turno per poterli poi denunciare. Un fatto al quale francamente non riusciamo a credere e lo diciamo a scanso di equivoci, perché si troverebbe di una “geniale” intuizione finalizzata a delinquere, ma – ripetiamo – il fatto che a scriverlo sia comunque un legale isolano non può che lasciarci più di qualche dubbio sulla veridicità dei fatti raccontati: possibile mai che un avvocato, profondo conoscitore del diritto con tutti gli annessi e connessi, possa “sparare” una mossa del genere in una piazza tanto virtuale quanto pubblica come quella dei social pensando di passare inosservata?

Ma non finisce qui, perché le accuse lanciate da B.M. proseguono e raccontano nel dettaglio anche il cosiddetto “terzo tempo” di un teorema davvero pessimo: “Guarda un po’ una lunga sequenza di procedimenti avviati, ma poi tutti finiti in un nulla di fatto e si perché il Gatto e la Volpe con questo sistema ben congeniato intimorivano le vittime spillando loro il più possibile, pena la continuazione di un procedimento penale”. Insomma, di fatto sarebbe stato tutto studiato a tavolino per ottenere somme di denaro, il che appare francamente folle. La chiusura, poi, non può che essere in tema con tutto quanto esposto fin qui, dunque anche il finale non poteva certo scendere di livello e così l’avvocatessa (che a questo punto invitiamo a fornire ufficialmente informazioni più complete, ove mai – come immaginiamo – ne sia in possesso) finisce col classico botto: “L’assurdo è che molte vittime di questa strana coppia, si sono portate nella stanza del Sindaco del Feudo, il quale senza sentire ragioni elogiava l’operato del “suo” Gatto Vigile… Conclusione, il Gatto Vigile se la ride alla faccia di tutti perché ha come suo socio d’affari un Azzeccagarbugli, ed inoltre sa bene che per i dipendenti a tempo indeterminato della Polizia Municipale non è previsto il trasferimento come sanzione disciplinare…”. Potrà anche essere così, cara avvocatessa, ma se fosse vera solo la metà di quanto ha scritto il trasferimento lo si potrebbe ricevere e pure per una destinazione poco gradita…