IL CASO – TAGGA FOTO CON LA MONNEZZA SU #ILOVEISCHIA, E’ POLEMICA

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foto pezzo principale. L'immondizia allo SpalatrielloBARANO. La cartolina di degrado è stata scattata in via Spalatriello, a pochi passi dai Pilastri, in una delle vie più battute dai turisti tedeschi che si inerpicano sui basoli di questa antica strada per raggiungere il cuore di Fiaiano e fermarsi, per una sosta rigeneratrice caratterizzata dai sapori dell’isola, nelle numerose cantine che in zona offrono ristoro, spesso senza chiedere un soldo, per puro spirito di ospitalità. Sacchetti distrutti dai randagi, cavi, una stufa elettrica e persino un televisore. Un bel mosaico degno di una discarica a pochi passi dalla strada principale. Un’immagine che restituisce il livello di bassa civiltà raggiunto da alcuni isolani che non hanno alcun pudore nel lasciare cumuli di immondizia sul ciglio della strada, tenendo poco conto della pessima immagine che possono farsi gli ospiti dell’isola costretti a buttare gli occhi su un tale disastro di inciviltà. Sul social network questa immagine, che è solo l’ultima di lungo repertorio che mette in scena sempre lo stesso ritratto di degrado, la foto è stata diffusa con l’hashtag #iloveischia, la nota etichetta scelta da chi si occupa sull’isola di turismo per veicolare le immagini più belle ed evocative delle bellezze ischitane così da farle conoscere, tramite internet, ai potenziali turisti. Non a tutti è piaciuto l’accostamento, chiaramente provocatorio, destinato a smuovere le coscienze, e su Facebook è scoppiata la diatriba sull’associazione reputata indelicata e controproducente, un oltraggio insomma a chi tenta di attrarre turismo. L’accostamento, per chiara ammissione dell’autore, aveva una finalità chiaramente provocatoria. Un modo per attrarre l’attenzione e tutelare il territorio che risulta essere invece bistrattato e mortificato. Insomma, di fronte all’indifferenza meglio il clamore, magari un mezzo autogol, purchè si smuovano le coscienze. Sempre che questo accada sul serio, cosa di cui francamente dubitiamo.