IL SOSPETTO DI GIOSI: IO, VITTIMA DI UN’INCHIESTA CHE MIRAVA IN ALTO

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DI GAETANO FERRANDINO

  • Negli ultimi tempi ne sono successe di tutti i colori, dai due aspiranti vicesindaci finiti entrambi dimissionari, passando per la nomina di Enzo Ferrandino. Ma forse è il caso di partire dalla stretta attualità e cioè dall’ultimo consiglio comunale e tutti gli annessi e connessi legati al caso Ciro Cenatiempo…

“Il mio intento, anche nel corso della mia assenza forzata, è stato sempre quello di assicurare la continuità amministrativa ed evitare un commissariamento che a mio avviso (e non solo) avrebbe potuto avere conseguenze ed effetti devastanti per il paese e non soltanto per l’aumento delle imposte comunali. Il sistema Ischia sarebbe andato in tilt. Io ho rischiato sulla mia pelle e ritenni che dovevamo continuare fino alla scadenza naturale del mandato, in fondo siamo stati scelti dalla cittadinanza. Per non contraddire la mia linea di pensiero ed azione, dopo le dimissioni di Carmine Barile (che invitai a recedere e ringrazio, perché ha fatto tantissimo, davvero) per motivi personali, ho dovuto cercare una soluzione che garantisse tutti, in primis la predetta continuità”.

  • E forse anche per questo, fosse dipeso da te, la scelta sarebbe caduta su Sandro Iannotta.

“In cuor mio, per non rimescolare le carte, vedevo in Iannotta la soluzione migliore, non solo per gli equilibri ma anche perché era stato un collante tra le varie forze consiliari durante la mia assenza”.

  • Poi a mettersi di traverso furono, con formule e modalità diverse, Enzo Ferrandino ed Isidoro Di Meglio, ironia della sorte proprio due pezzi da novanta del Pd.

“In verità sulla questione Enzo non ha mai profferito parola, e forse nemmeno Isidoro. Il problema è che a far saltare il banco fu un gruppo di consiglieri comunali che rivendicavano questo ruolo, non fosse altro che per una questione numerica. Con un rapporto di otto consiglieri a due non volevano cedere il passo al centro-destra, considerando che poi il vicesindaco avrebbe ricoperto per alcuni mesi anche il ruolo di sindaco facente funzioni. Fu un discorso che compresi e condivisi pure, ma a quel punto chiesi che mi fosse portato un nome che stesse bene a tutto il Pd, non potevamo certo spaccarci su una questione del genere”.

  • E poi cosa è accaduto?

“Inizialmente si era paventata l’ipotesi Isidoro Di Meglio, che però era sponsorizzato solo da quattro consiglieri. Alla fine, invece, la convergenza su Enzo Ferrandino fu unanime e la sua investitura un passaggio naturale. Per intenderci la mia scelta non è stata dettata da valutazioni personali, semplicemente Enzo ha ricompattato il partito. Una forzatura avrebbe portato allo scioglimento del consiglio, mi dispiace che Isidoro il giorno dopo si sia buttato tra le braccia dell’opposizione”.

  • La scelta di Enzo Ferrandino nasce solo da questo o vuole essere anche un segnale in proiezione futura?

“In questo momento è stata una scelta dettata dal fatto che metteva d’accordo tutti, compresa la lista di centrodestra. La risposta che ti posso dare è questa, anche se ero convinto che in un clima del genere lui non accettasse. Ha preso una decisione coraggiosa, adesso ha due anni davanti a sé per dimostrare che può essere il candidato sindaco del futuro: inutile nascondersi dietro un dito, si gioca una carta importante. Ma non è un automatismo, insomma dipende solo da lui”.

  • Non c’è dubbio che però, nel momento della tua assenza, l’amministrazione in carica ha dato prova di essere “Giosicentrica”, ci sono stati mesi in cui tutto è sembrato fermo.

“Oggi è il ruolo del sindaco che è cambiato, nessuno è legittimato a sostituirlo. Io poi mi sono sempre buttato tutto sulle spalle e stato sempre in prima linea, anche a prendere le bordate. Questo si è sentito, soprattutto ad Ischia: ma reggere ad una bufera mediatica e giudiziaria come quella che si era abbattuta non era facile, ed alla mia maggioranza va dato atto di aver retto l’urto”.

  • Appena ottenuta la revoca dei domiciliari, hai voluto sottolineare che l’inchiesta che ti ha visto coinvolto aveva una chiara matrice politica e puntava molto più in alto. Ne sei tuttora convinto?

“Assolutamente sì, prova ne sono le intercettazioni telefoniche che hanno coinvolto tra gli altri Renzi, Adinolfi e Napolitano. L’inchiesta parte nel 2012, io ci sono entrato nella seconda metà del 2014 perché tirato in ballo in alcuni colloqui. Serviva il nome del Pd e possibilmente un nome altisonante come Ischia per dare il giusto impatto mediatico. Non a caso qualche mese dopo è stato arrestato per motivi più gravi il sindaco di Guidonia, Comune di 90.000 abitanti, e credo non se ne sia accorto nessuno. Ma adesso il peggio è passato, sono a giudizio, ho fiducia nella magistratura e fiducioso di riuscire a dimostrare l’assoluta estraneità ai fatti contestati. Non posso che uscirne pulito, ne sono sicurissimo: la mia immagine è stata comunque rovinata, spero di poterla riabilitare soprattutto per rispetto dei miei cittadini”.

  • Cosa mi dici della questione Ciro Cenatiempo e dei botta e risposta tra la maggioranza ed un presidente del consiglio comunale ormai a tutti gli effetti corpo estraneo alla stessa?

“Il presidente può dissociarsi da un’amministrazione, ma a mio avviso per coerenza dovrebbe dimettersi dalla carica, anche per essere più incisivo nel suo ruolo di oppositore. In fondo la carica l’ha avuta dai signori che indica come il male assoluto, compreso il sottoscritto. Oggi non è più super partes, questo crea diffidenza e sospetto verso i consiglieri. Per quanto riguarda Ciro Cenatiempo, devo ricordare che nel 2012 gli suggerii di mettersi in aspettativa per evitare l’ineleggibilità in caso di elezione. Negli ultimi tempi ho scoperto che non lo aveva fatto per motivi tecnici, ma non ce lo ha mai detto. Oggi non possiamo far finta di non vedere una situazione davanti agli occhi di tutti. Non solo basterebbe il ricorso di un semplice cittadino, ma bisogna anche salvaguardare le possibili e giuste aspettative di chi in lista è posizionato dietro di lui. Insomma, in ogni caso finiremmo in un’aula giudiziaria, ecco perché abbiamo chiesto ad uno dei migliori amministrativisti su piazza quale fosse la strada migliore da intraprendere per l’ente locale”.

  • Si continua a parlare di un asse tra te e Domenico De Siano, si dice che saresti pronto a spalancargli le porte di una possibile candidatura a sindaco d’Ischia. C’è un fondamento o è fantapolitica?

“L’ho sentita dire anch’io, e allora è il caso che dica la mia. Con Domenico c’è un rapporto che va oltre la politica, siamo stati in vacanza insieme ed anche in trasferte istituzionali abbiamo stretto la nostra amicizia. Che però non sempre si tramuta in accordi politici. La nostra sinergia, lo ribadisco con orgoglio, ha portato tanto all’isola e faccio riferimento al Polifunzionale, al Tribunale, all’illuminazione della Sopraelevata, per non parlare dei finanziamenti ottenuti per il dissesto idrogeologico. I problemi li abbiamo dati, e con essi una dimostrazione di maturità politica. Ma da qui a dire che sotto banco c’è un accordo politico, ce ne passa. Poi che De Siano possa avere un’ambizione a fare il sindaco (anche se so che il suo sogno è quello del Comune Unico), ci può stare…”.

  • Mettiamola così: Giosi Ferrandino consiglierebbe a De Siano di candidarsi a sindaco d’Ischia?

“Se ci sono ambizione ed entusiasmo, beh in quel caso lo consiglierei a chiunque. Lui potrebbe essere l’uomo giusto al pari di tanti altri ischitani ma anche di personaggi che si trovano nell’attuale amministrazione. Ci sono diversi professionisti, anche in minoranza, io non butterei il bambino a mare con tutta l’acqua sporca, perché oggi reggere le sorti di un paese non è facile, ci vuole una buona dose di masochismo o amore per la propria comunità. E vorrei ricordare che la nostra amministrazione in otto anni ha realizzato molto di più di quanto non fosse stato fatto ad Ischia nel ventennio precedente. Il resto sono chiacchiere al vento, finiremo questi due anni e poi la parola toccherà nuovamente ai cittadini. Io non ci sarò ma chi rappresenterà la continuità di quest’amministrazione si sottoporrà con la coscienza a posto al giudizio dell’elettorato…”.

  • Io non ci sarò, hai detto. E allora mi dai l’occasione per un’altra domanda. Si parla di un pensiero ad un tuffo nel passato ed al ritorno dove tutto cominciò, ossia Casamicciola. Cosa c’è di vero?

“Tanti amministratori o ex amministratori di Casamicciola me lo hanno chiesto, tante persone ricordano con piacere i miei cinque anni di sindacato, unanimemente ritenuti i migliori dal dopoguerra ad oggi. Non sarebbe un passo indietro, per carità, ma credo che dopo quindici anni bisogna lasciare spazio al prossimo, a chi ha entusiasmo ed energia da vendere”.

  • E quindi Giosi Ferrandino cosa farà da grande?

“Non credo che lascerò la politica, anche se nemmeno nascondo di averci pensato in alcune circostanze ed in particolare dopo le ultime vicissitudini. Ma alle passioni non si comanda. Certamente cercherò di farla in maniera diversa, magari con incarichi di partito oppure, la mia credo sia una speranza concreta, approdando a Bruxelles come europarlamentare per essere utile alla mia comunità. Se nulla di tutto ciò dovesse essere possibile, beh allora proverò a vestirmi da ideologo politico, mettendo a disposizione il mio contributo in termini di esperienza”.

  • Che cosa rappresenta la “scadenza” del 22 settembre?

“L’inizio di un processo che vorrei non andasse per le lunghe, ho l’esigenza opposta, voglio un Tribunale che accerti finalmente i fatti perché resto convinto che sulla mia pelle sia stata commessa una grande ingiustizia. Spero che la sentenza definitiva e finale arrivi quanto prima. Ma ricordo che l’ipotesi accusatoria già pian piano si è sgonfiata, il primo Tribunale che ha preso le carte in mano mi ha reinsediato nella carica di sindaco, senza applicare obbligo di dimora o interdizione dai pubblici uffici. Non è da sottovalutare, secondo me hanno compreso che non c’erano gli estremi per applicare quei provvedimenti a mio carico.