Si approssima la fine dell’estate, e il controesodo dei turisti in partenza verso la terraferma è decisamente meno caotico e problematico rispetto agli standard degli scorsi anni. Lunghe file agli imbarchi dei traghetti di Ischia e Casamicciola Terme, ma niente di paragonabile ai periodi di fine estate degli anni passati, quando forze dell’ordine e operatori dei trasporti marittimi dovevano sudare sette camicie per gestire il ritorno a casa delle decine di migliaia di ospiti di ritorno verso i porti di Pozzuoli e Porta di Massa. Complice un calo di almeno il 20% di presenze sull’isola, denunciato all’unisono da commercianti, albergatori e ristoratori dell’isola, i porti hanno mostrato scene di partenza decisamente più ordinate rispetto agli anni passati, periodo in cui, non di rado, riuscire a gestire e smistare l’enorme folla di vacanzieri in partenza è risultato impresa ardua e delicata.
I numeri parlano chiaro: rispetto all’anno scorso, analizzando gli arrivi di luglio, ci troviamo di fronte a un calo di quasi 20.000 unità, mancanza che si è fatta sentire tra gli operatori turistici che operano sul territorio isolano. E non dovremmo aspettarci niente di diverso nemmeno per i prossimi giorni. In concomitanza con la riapertura di uffici e negozi nel napoletano, il numero di partenze dall’isola rimane sopra la media, ma sempre meno imponente rispetto agli anni passati, complice un calo concreto di presenze sull’isola verde che è conseguenza di una crisi galoppante a cui, questo inverno, classe dirigente, Federalberghi, commercianti, ristoratori e i vari operatori del turismo saranno chiamati ad analizzarne cause e conseguenze per tentare di arginare un’emorragia preoccupante, che per adesso non dà segnali in controtendenza.
Il terremoto del 21 agosto del 2017, per quanto abbia scoraggiato diverse persone a tornare sull’isola è solo una concausa di un quadro più grande e complesso. La situazione internazionale meno attanagliata dagli atti terroristici ha convinto molte più persone a optare per destinazioni estere per i propri scampoli di relax, in più un’offerta sempre più competitiva sulla terraferma, anche al Sud e nelle stessa costa campana, convince sempre più persone a evitare la traversata su un’isola che sembra essere diventata una succursale cittadina, per la quantità di caos causato per lo più da un traffico veicolare che ha raggiunto vette insostenibili. Almeno è questa la principale criticità denunciata dagli ospiti che giungono sull’isola per l’eccellenza del cibo, la bellezza del paesaggio e l’incanto di spiagge e terme, ma che sono poco tolleranti nei confronti di auto, camion e moto con cui sono costretti a fare i conti tutti i giorni in città e che ritrovano anche sull’isola che ha velleità da grande meta turistica e che invece, giorno dopo giorno, somiglia sempre più a una piccola città congestionata.