Nonostante, le macerie, la ricostruzione che non ricostruisce, le ansie e le attese a La Rita, Filomeno e Francesco Monti hanno riacceso la tradizione, continuando anche dopo il terremoto di 8 anni fa e l’alluvione del 2022 , a mantenere l’antica usanza che prima ravviva ed univa queste comunità colpite dalle sciagure.Il Fucarazzo di Sant’Antuono si è acceso a La Rita nella zona alta di Casamicciola nella tarda serata del 17 gennaio scorso, un segno, un lumicino di speranza che per quanto piccolo possa essere scalda i cuori e mantiene vivo, tra il sacro ed il profano, l’antica usanza un tempo molto sentita in paese.
Una tradizione antica e viva tra le macerie del terremoto di Casamicciola
Sant’Antonio Abate, noto anche come Sant’Antonio il Grande, è un santo venerato in molte tradizioni cristiane. La sua festa, celebrata il 17 gennaio, è un momento di devozione e festeggiamenti in diverse parti del mondo. Tuttavia, una tradizione peculiare legata a Sant’Antonio Abate è quella del “Fucarazzo”, una pratica folkloristica che ha radici antiche e che continua a essere viva in molte comunità. Sant’Antonio Abate: Il santo degli animali e dei contadini Sant’Antonio Abate è considerato il protettore degli animali domestici, specialmente dei maiali, e dei contadini. La sua storia è ricca di aneddoti e leggende che ne fanno un santo amato e invocato nelle campagne. Si racconta che abbia trascorso parte della sua vita in solitudine e preghiera, combattendo le tentazioni del demonio. Durante questa fase, veniva assistito dagli animali, diventando così il patrono di coloro che lavorano la terra e degli allevatori. Il termine “Fucarazzo” deriva dal latino “focarius” ed è legata al rito del fuoco, un elemento simbolico di purificazione e protezione nelle credenze popolari. I “Fucarazzi,” grandi falò che illuminano il buio della notte e riscaldano gli animi delle persone che si riuniscono intorno a essi è un momento di grande significato collettivo che ieri a La Rita Meno e Francesco hanno provato a non far morire, forti e resilienti nel voler rimanere nel proprio paese e con quel che resta della loro gente, preparandosi con cura , raccogliendo legna e materiale poi bruciato per alimentare il fuoco. Un tempo in questi luoghi di Casamicciola si animano di persone che vivevano insieme nello stesso borgo insieme per creare il più grande e luminoso Fucarazzo possibile. Spesso si facevaa gara tra una contrada e l’altra. Mentre le fiamme danzano nel buio, le persone si raccolgono attorno al fuoco per pregare, cantare canti tradizionali e condividere storie legate al santo. Un fuoco, la luce a scacciare le tenebre, la purificazione e la protezione. Sant’Antonio Abate e il Fucarazzo rappresentano un connubio unico tra spiritualità, tradizione popolare e comunità. Nonostante il passare del tempo e la vicissitudine, questi due ragazzi hanno tenuto viva la luce del Fucarazzo di La Rita che continua a brillare, illuminando la notte e provando a rafforzare il legame tra le persone che si sono riunite per celebrare la festa di questo santo speciale.