LA TRUFFA A LUCI ROSSE SUL WEB “SBARCA” ANCHE A PROCIDA

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luci rossePROCIDA – I social media, senza dubbio, rappresentano una grande conquista e risorsa per l’intera umanità, piazza virtuale in cui è possibile ridurre a zero le distanze,  incontrare vecchi e nuovi amici, discutere, confrontarsi  ma, come tutte le cose di questo Mondo, non sono immuni da inconvenienti e malintenzionati. Proprio su questo fronte, negli ultimi tempi, diventano sempre più insistenti le segnalazioni di procidani che hanno avuto a che fare con quella che, comunemente, è conosciuta come “la truffa a luci rosse”. Alcuni di essi, una volta compresa l’antifona, hanno denunciato l’accaduto alle autorità competenti e bloccato il contatto, per qualche altro, invece, le cose sono diventate decisamente più complicate. Ma di cosa parliamo? L’iter è, più o meno, sempre lo stesso (in Italia vengono segnalati migliaia di nuovi casi al giorno) ed ha inizio con quella che appare come una “innocente” richiesta d’amicizia, su Skype o su Facebook, da parte di una lei, con nome non necessariamente straniero, che nel profilo si accompagna con una foto carina, un tipo acqua e sapone potremmo dire, ed un lui, che, nella maggior parte dei casi, risponde accettando senza indugio. Se l’approccio tra i due ha inizio su Skype, dopo qualche scambio di amichevole conversazione, lei chiede: “per caso hai anche un profilo facebook?”. Lui, che ritiene di aver fatto una bella conquista, non ci pensa  due volte ed accetta di condividere la new entry con i suoi amici senza sapere che è proprio quello il momento in cui si sta dando la definitiva “zappa sui piedi”. La storia, comunque, continua, diventando sempre più confidenziale ed ammiccante sino a quando lei, per mostrare che ha “ buoni propositi e migliori principi”, manda a lui una foto o un filmatino “a luci rosse”. Solitamente si tratta di un atto di autoerotismo e lui, che è un conquistatore per natura, perdendo i freni inibitori, si riprende con la webcam mentre fa la stessa cosa. Peccato che lei gli ha tirato un bel “tarocco” con foto e video  comunemente rintracciabili in internet mentre di lui restano immortalate, in maniera unica ed inequivocabile, conversazioni ed immagini “compromettenti”. A questo punto la frittata è fatta, si perché lei non si fa scrupolo postando foto e filmino sul diario di tutti gli amici, operazione generalmente accompagnata, in chat privata, da una richiesta economica (sembra tra 700 e 1000 euro) per rimuovere tutto. Una volta rimasti vittime di questa truffa la strada per uscirne è piuttosto lunga. Il primo passo è quello di segnalare l’accaduto alla Polizia postale e procedere ad una querela, poi si avvia il procedimento penale. A quel punto il magistrato deve chiedere ai responsabili di facebook i dati relativi al contatto e attendere la risposta. Solo al termine di questo lungo percorso si riesce a rimuovere il materiale “compromettente” che, come facile immaginare, nel frattempo ha fatto il giro del Mondo con le inevitabili conseguenze del caso. Morale della favola:  “dai nemici mi guardo io dagli amici mi guardi dio”.