DI ANTONELLO DE ROSA
LACCO AMENO. La scure del dissesto si è abbattuta su Lacco Ameno e il valzer delle accuse ha cominciato ad agitare gli animi del comune all’ombra del Fungo. L’affondo effettuato dall’ex sindaco Tuta Irace nei confronti della presunta cattiva amministrazione del sindaco Monti e dei vari assessori che avrebbero contribuito al triste epilogo, non ha lasciato indifferente l’ex primo cittadino del più piccolo dei comuni dell’isola. Carmine Monti, l’avvocato che ha tenuto le redini del comune di Lacco Ameno fino a qualche settimana fa, non accetta le accuse e passa al contrattacco. Tuta Irace, in un recente articolo pubblicato sulle colonne de “Il Golfo”, ha accusato l’amministrazione Monti di essere stata poco oculata e di non aver amministrato degnamente il Comune soprattutto per la scelta, a suo dire, scellerata di aver voluto modificare il solco amministrativo disegnato in tanti anni di sacrifici. Una deviazione che avrebbe portato alle tristi conseguenze in cui adesso è costretta a muoversi Lacco Ameno, con tutte le drammatiche conseguenze che caleranno sul piccolo comune, a partire dalla rimodulazione al ribasso di alcuni servizi essenziali e del rischio più che concreto che i 9 dipendenti della Lacco Ameno Servizi possano perdere il posto di lavoro da un momento all’altro. L’onta di essere etichettato come responsabile del dissesto non viene digerita dall’avvocato che in passato si è sempre prodigato nel spiegare quanto poco producente sarebbe stata la dichiarazione di dissesto per il comune di Lacco Ameno, un baratro che avrebbe dovuto essere evitato con uno sforzo in più di quella parte politica che non ha voluto collaborare per scongiurare il disastro finanziario. «Abbiamo ereditato un Comune distrutto sia dal punto di vista finanziario che strutturale – precisa Carmine. Negli anni, il comune di Lacco Ameno è stato caratterizzato da un sistema clientelare, un buco nero di denaro pubblico che ha raggiunto il culmine negli anni che vanno dal 2008 al 2010». È in questo periodo, secondo l’attenta analisi dell’ex primo cittadino, che si sarebbe accumulato un debito mostruoso che ha portato a un ammanco di oltre 7 milioni di euro. Cifre tutte da addurre a una gestione amministrativa che ha puntato forte sulle partecipate degli enti locali ormai riconosciute a livello nazionale delle vere e proprie fabbriche di poltrone e clientelismo. Un aspetto torbido della nostra Italia che a Lacco Ameno, secondo Carmine Monti, aveva attecchito nella Marina di Pithecusa, società strutturale che fornisce attività propedeutiche alla nautica di diporto, attorno cui ruotavano almeno 20 persone, con un costo annuo di almeno 400mila euro, senza tener conto dei debiti fuori bilancio che ne hanno poi decretato la messa in liquidazione. Una scelta difesa a spada tratta da Carmine Monti che, ribadendo anche un sentimento nazionale che prova a venire a capo delle oltre 33 mila aziende legate ai comuni, quasi tutte in perdita, ha optato per la messa in liquidazione per far risparmiare soldi al comune d eliminare un ricettacolo che attira clientelismo. «Le società partecipate son un incubo del comune. Le stavamo chiudendole nel rispetto della salvaguardia delle persone occupate. Con un’amministrazione oculata e proiettata verso un atteggiamento di responsabilità. C’era la buona volontà di riportare Lacco Ameno su binari virtuosi, attraverso un’amministrazione creata ad hoc per sventare il dissesto, ma dopo due anni il progetto è venuto meno per la mancanza di fiducia di una parte dell’amministrazione che ha ritenuto forse il dissesto una scappatoia dalle proprie responsabilità». Ma l’ex sindaco non ha agito solo sulle crepe che rigano la facciata del territorio di Lacco Ameno, coperto dai debiti. Numerosi sono stati i finanziamenti regionali intercettati per portare fondi che hanno consentito di operare su opere fondamentali da attuare per esempio su scuola e fognature. Insomma si è agiti non solo da raffinati ragionieri, per tentare di rimettere a posto i debiti, ma anche da buoni segugi, per intercettare soldi della Regione da dirottare su opere fondamentali per la cittadinanza. Facendo leva su queste basi Carmine Monti disconosce le responsabilità sul dissesto e piuttosto rilancia con un appello che sembra aprire ufficialmente la campagna elettorale in vista delle imminenti elezioni amministrative che potrebbero far calare l’atmosfera elettorale tra le strade di Lacco Ameno a breve. Il mio appello – conclude l’ex sindaco – è rivolto alle energie migliori di Lacco Ameno al fine di creare un progetto politico saldo e robusto che possa far risorgere la nostra comunità. Un progetto che avrà come fondamenta gli amici di sempre: Aniello Silvio Aurelio De Luise e Michele Alvi e che sarà proiettato al proseguo del progetto di “restauro” iniziato a Lacco Ameno.