L’Asl Napoli2 Nord ha diffuso dati che rilanciano un allarme già conosciuto: dal 2010 al 2013 si sono registrati 18.067 nuovi casi di tumore maligno tra la popolazione residente sul territorio dell’ASL (oltre 1 milione di abitanti) che hanno interessato per il 55% uomini e per il 45% le donne. Un territorio che comprende anche l’isola d’Ischia e desta non poche preoccupazioni in chi ha a cuore la propria salute.
Secondo i dati aggiornati del Registro Tumori raccolti durante il quadriennio che va dal 2010 al 2013, l’incidenza nella nostra area è maggiore rispetto al resto del Mezzogiorno d’Italia. Una lieve, ma significativa anomalia che preoccupa e porta con sé l’esigenza di attuare maggiori controlli per evitare di incappare in una malattia che è sempre più curabile, soprattutto se diagnosticata in tempo utile per attuare tutte le strategie a disposizione della medicina moderna.
L’analisi dei dati fa emergere che nell’ASL Napoli 2 Nord l’incidenza delle patologie oncologiche è paragonabile a quelle delle aree più industrializzate del Paese, mentre risulta superiore a quella delle altri territori del Mezzogiorno in cui sono presenti dei Registri Tumori accreditati. Il Registro Tumori di popolazione dell’ASL Napoli 2 Nord relativo agli anni 2010/2012 nelle scorse settimane è stato aggiornato con le informazioni relative all’anno 2013. Si tratta di un passaggio importante perché i nuovi dati hanno confermato alcune tendenze evidenziatesi nella prima triennalità e ridimensionato alcune criticità emerse dalla prima analisi fatta sui tre anni. Tale evoluzione è da considerarsi una normale dinamica, considerato che, in base a quanto previsto dai protocolli internazionali, la piena significatività scientifica di un registro tumori si ha solo al termine del monitoraggio dei dati inerenti cinque anni di attività. Secondo Antonio D’Amore, direttore generale dell’Asl, ci troviamo in una situazione di rischio intermedio che non va sottovalutata ma che non deve creare alcun tipo di allarmismo.
“Ringrazio il dott. Giancarlo d’Orsi e tutto il suo staff di giovani e qualificati operatori per la dedizione e il rigore scientifico con cui stanno lavorando al Registro Tumori. Il loro lavoro ci permette di restituire una fotografia chiara e scientificamente validata di quale impatto abbiano le patologie oncologiche sul nostro territorio. Il rapporto 2010/2013 ci dice che siamo in presenza di una situazione che presenta un livello di rischio intermedio; ciò significa che da un lato dobbiamo intensificare gli sforzi per far aderire di più la popolazione agli interventi di prevenzione oncologica (screening del tumore del colon retto, del tumore della cervice uterina, del tumore della mammella), dall’altro dobbiamo affinare ancora meglio la nostra ricerca. A questo proposito già dai primi mesi del prossimo anno potremo disporre di un sistema di georeferenziazione dei dati realizzato in collaborazione con l’Università di Perugia. Basterà un click per verificare la distribuzione dei tumori sul nostro territorio”.