Ieri durante la popolare trasmissione di Raiuno, “Uno Mattina”, in studio era presente Carmine Lizza, responsabile nazionale dell’Anpas, l’Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze, una fra le più grandi associazioni laiche di volontariato in Italia. Carmine Lizza ha spiegato le peculiarità del sisma di Ischia, e rispondendo a una domanda del conduttore ha anche fatto chiarezza circa un equivoco duro a morire. «A fronte dei danni riportati con un terremoto di magnitudo 4.0 – ha chiesto il giornalista – c’è forse la possibilità che le costruzioni siano state erette senza criterio?», adombrando l’ipotesi secondo cui le abitazioni più danneggiate siano quelle abusive. Lizza ha subito chiarito: «L’Italia è un territorio ad alta vulnerabilità e alto rischio sismico. Il sisma di Ischia è emblematico di come conoscere bene il territorio possa fare la differenza nella prevenzione. I terremoti di Ischia sono i terremoti di Casamicciola. La storia e i dati ci dicono che è principalmente il Comune termale a essere colpito. I terremoti sono particolari in quanto non avvengono a elevate profondità, e hanno in sé una grande energia». Lizza ha citato un paragone chiarificatore: «Si pensi che la stazione accelerometrica posizionata nel centro di Casamicciola ha subìto delle accelerazioni confrontabili con quelle del centro di Amatrice, pur con magnitudo 4.0, in quanto non è la magnitudo che fa la differenza sui danni. Ci sono altri meccanismi che entrano in gioco, come gli effetti di sito e gli effetti di sorgente. Quando l’energia viene convogliata a poca profondità, ecco che in un’area ristretta si registrano accelerazioni molto importanti con movimenti al suolo in altissima frequenza, definiti appunto “effetti di sorgente”». L’esponente dell’Anpas ha poi ribadito: «Ripeto, l’Italia è un paese ad alta pericolosità sismica e relativo alto rischio sismico, quindi bisogna ragionare sulla prevenzione. Dunque, consapevoli di ciò, per evitare di rivedere a ogni emergenza le stesse scene, pensiamo alle opportune pianificazioni preventive: vanno redatte le carte di microzonazione sismica. Gli strumenti ci sono. I soldi spesi col “sisma bonus” in Italia Centrale sono davvero un’inezia rispetto a ciò che si poteva fare. La popolazione sembra non essere interessata alla prevenzione: probabilmente dobbiamo cambiare anche il nostro sistema di comunicazione». Durante il servizio è stato mandato in onda anche l’intervento di Annalisa Iaccarino, esponente del Comitato degli sfollati, che ai microfoni della Rai ha dichiarato: «Chiediamo solo di essere trattati come tutti gli altri terremotati d’Italia. Dopo tanti mesi di attesa finalmente abbiamo la nomina del Commissario: adesso chiediamo che il Governo prepari un decreto che ci consenta di ricostruire, di riprendere le attività produttive, in una parola di “risorgere”. Ci basterebbe anche un decreto analogo a quello emesso per l’Italia Centrale, o comunque partendo da quel provvedimento. In questi dodici mesi siamo stati abbandonati: è assurdo che dopo un anno non abbiamo ancora le linee normative per andare avanti, e non parlo soltanto dell’assistenza ai terremotati ma anche all’economia locale. È assurdo dover pagare le tasse sulla spazzatura e altri tributi quando è tutto fermo: finora abbiamo ottenuto solo sospensioni e non esenzioni. Essendo una zona turistica di estensione limitata, molti hanno perso sia la casa che il lavoro: sono circa quattrocento i dipendenti rimasti senza occupazione, con ottanta attività in ginocchio, millesettecento fabbricati inagibili. Anche se la zona colpita è circoscritta, la situazione è comunque grave. I 50 milioni sono stati finora utilizzati per i Cas, l’accoglienza in albergo e alcune opere di messa in sicurezza, mentre per altri aspetti non venivamo presi in considerazione come terremotati».