L’EDITORIALE – IL CAMPETTO, GLI AVVOCATI E “LA GUERRA DEI ROSES”: MA STAVOLTA IL COMUNE E’… ASSOLTO

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DI GAETANO FERRANDINO

Diciamo le cose come stanno, senza alcuna ipocrisia o remora di qualsivoglia natura. Non ci fosse stata una categoria decisamente rappresentativa (non vogliamo chiamarla lobby per timore che qualcuno la prenda a male), il tavolo di discussione all’insegna della diplomazia neppure sarebbe iniziato. Ma siccome per lo mezzo ci sono loro, ecco che anche dal palazzo si è deciso di andarci con tutta la diplomazia possibile. La querelle tra Comune di Ischia ed avvocati sembra tanto il remake in salsa ischitana del celeberrimo film “La guerra dei Roses”, dove marito e moglie ormai ai ferri corti decidevano finanche di delimitare con la pittura le zone della villa di famiglia destinate all’uno o all’altra. Alla fine una lite li uccise entrambi, cosa che nel caso di specie appare chiaro non si ripeterà come tragico epilogo. Così come appare impensabile anche il criterio della divisione: diamine, parliamo di un campetto di calcio, e dunque o ci giocano i ragazzi o lo usano gli avvocati per il parcheggio. Da qui non si scappa.

Tra moglie e marito, recitava un vecchio adagio, non mettere il dito. Ma qui, nello specifico qualche considerazione va fatta. In primis, non vorremmo essere nei panni del buon Enzo Ferrandino, che manco ha avuto il tempo di annunciare la “rinascita” di una struttura destinata ai giovani (quelli della mia generazione ci hanno macinato chilometri, su quel campetto…) e godersi l’iniziativa portata a compimento, che subito si è visto assediato dall’ira funesta degli avvocati isolani. I quali però, al netto di ogni considerazione più o meno di parte, stavolta difficilmente potranno contare sul sostegno (teorico o pratico che sia) della popolazione, come ad esempio era auspicabile per il mantenimento della sezione distaccata di Tribunale ad Ischia. E per due semplici motivi: in primis, non si capisce perchè quel campetto debba essere riservato a loro quando intere generazioni lo hanno “calpestato” a scopo ludico. E poi, c’è un altro aspetto che non gioca a loro favore: quando i professionisti esercitavano nella vecchia sede dell’allora Pretura, non ci risulta che quel campo di calcetto fosse destinato a loro. E perchè dovrebbe diventarlo adesso, di punto in bianco? Punto tre: gli avvocati in tribunale ci vanno per lavorare, non certo per compiere un’azione socialmente utile o come nel caso di un medico per una visita d’urgenza da un paziente. Insomma, tutto il rispetto per la presa di posizione dell’ottimo presidente Cellammare, che giustamente deve farsi portavoce delle istanze di un’intera categoria, ma l’impressione è che stavolta il Comune d’Ischia uscirà, con la sua decisione… assolto con formula piena.