DI GAETANO FERRANDINO
Chi legge questo portale sa benissimo che nella stragrande maggioranza dei casi ci limitiamo a raccontare i fatti, abbandonandoci in maniera estemporanea a qualche riflessione comunque misurata, credendo che il lettore sappia ricavare da solo la propria opinione dei fatti e che soprattutto – nell’epoca in cui imperversano social network et similia – la manipolazione delle coscienze è ormai un qualcosa di decisamente superato e magari anche contro producente. Ciò nonostante, pur rispettando sempre ed indissolubilmente l’opinione altrui, ci sentiamo di fare qualche chiosa su quello che è stato l’incontro di ieri mattina a Napoli tra l’assessore regionale ai Trasporti, Sergio Vetrella, ed i consiglieri comunali di Forio, Ischia e Casamicciola, Stani Verde, Gianluca Trani e Ciro Frallicciardi. I quali avrebbero commesso un reato da “fucilazione” immediata e pure in piazza: hanno chiesto appuntamento al professore per esporgli una bozza di protocollo d’intesa che avevano concordato con lo stesso relativamente alla questione eliporto ed hanno discusso di tematiche delicate come Caremar e trasporto su gomma. Hanno preso un appuntamento e lo hanno ottenuto: se Vetrella – per il tramite della sua segreteria – lo ha fissato per il 26 gennaio alle ore 12.30, certamente non è una colpa addebitabile ai tre, soprattutto perchè il giorno successivo, cioè oggi, in Regione si recheranno (molto probabilmente a perdere tempo, e questo senza voler dire che i giovanotti ieri abbiano concluso qualcosa, teniamo a precisarlo) i sindaci dell’isola d’Ischia. Insomma, per farla breve, il reato è di lesa maestà: come è noto, chi governa o domina quest’isola fa da sempre di tutto perchè gli esponenti politici isolani si mantengano lontani dalle stanze dei bottoni o vi possano accedere (molto raramente) soltanto dietro loro intercessione. E quando parliamo dei “ras”, avete capito bene a chi ci riferiamo. C’è poi un’altra considerazione da fare, e su questo ci spingiamo un pò oltre soltanto perchè testimoni oculari (e non solo) della chiacchierata tra l’assessore ed i tre consiglieri: si dice che gli stessi abbiano fatto fare una pessima figura ai primi cittadini e cose del genere. Roba da sbellicarsi dalle risate: magari tra qualche giorno vi racconteremo, o addirittura vi faremo ascoltare – caso mai avessimo voglia di inferire, per quanto abitualmente non è nel nostro dna – in che termini Vetrella si è espresso sui nostri sindaci e su qualcuno in particolare, e su quanto si sia detto soddisfatto di poter incontrare dei giovani, che non solo ha ricevuto ma con i quali si è intrattenuto a lungo al punto da fare iniziare in ritardo una seduta di giunta regionale. Cari amici, ci sarebbe da ridere sì, il problema è che Vetrella la risata non se l’è fatta guardando in faccia i tre ma ad esempio ricordando loro come, dopo aver esaudito le richieste di un sindaco isolano, all’uscita dalla stanza si sia sentito riferire testualmente dallo stesso: “Grazie, ma domani la devo attaccare”. Per la serie, se quello che hai promesso non lo fai mi sono parato il culo, se lo fai posso arrogarmi i meriti. Questa, in fondo, è la politica di casa nostra. Evidentemente è così che deve continuare ed ognuno è libera di pensarla come vuole. Ma per cortesia, quando parliamo di figurelle apparate cerchiamo di fare gli opportuni distinguo. Altrimenti qualcuno, ma sarà comunque difficile, potrebbe anche pensare che grazie ai nostri autorevoli politici abbiamo risolto in passato diversi problemi della nostra comunità. Per carità, forse non ci riusciranno gli altri, ma siamo in democrazia e con Vetrella, per sua stessa ammissione, può conferire chiunque: anche tre “semplici” consiglieri comunali, anche senza chiedere il permesso a Giosi Ferrandino e Domenico De Siano.
P.S. Se ogni tanto vi fare una passeggiata al Centro Direzionale, magari vi renderete conto, anche parlando con usciere, che quelli che scambiamo per padteterni sulla nostra isola alla fine non sono queste figure così temute ed autorevoli, e questo (il che rende la cosa ancora più imbarazzante) nonostante i ruoli istituzionali che ricoprono. Poi, per carità, anche io credo ancora a Babbo Natale. Ma credo di essere ormai tra i pochi inguaribili sognatori.