LELLO MONTUORI E I DOLORI DELLA CAPITALE A “CINQUE STELLE”

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DI LELLO MONTUORI

Note a piè di pagina sugli strani casi della Capitale a cinque stelle.
1. Il già assessore al Bilancio della Capitale lascia l’incarico e dichiara che il compito del Capo di Gabinetto è quello di garantire la legalità dell’azione amministrativa. Forse nella sua lunga esperienza di Dirigente pubblico non gli è mai capitato di leggere l’art.90 del Testo unico degli enti locali e non sa bene di cosa debbano occuparsi gli uffici di Staff. Soprattutto non sa che il garante della legalità e della trasparenza in qualsiasi Comune italiano è il Segretario comunale e che i pareri di regolarità tecnica sono invece espressi dai Responsabili degli Uffici e non dal Capo di Gabinetto che peraltro non può svolgere alcuna attività di gestione amministrativa, dovendo limitarsi al raccordo fra Sindaco e struttura.
2. Il già Capo di Gabinetto del Sindaco, magistrato di esperienza, nominata a quanto pare senza alcun avviso pubblico, dichiara urbi et orbi che non poteva rinunciare ad un solo euro del suo precedente stipendio di magistrato peraltro vicino alla pensione per non subire pregiudizio economico dalla nuova attività prestata peraltro fuori dalla città dove viveva. Come se fosse un problema dell’amministrazione il suo luogo di lavoro o le condizioni economiche del suo stipendio. Per ovviare al problema consente che si applichi al suo caso un articolo del Testo Unico il 110 comma 1 che non c’entra nulla con gli uffici di Staff regolati dall’articolo 90.
3. Qualcuno pensa bene di scrivere nientemeno che al Presidente dell’Autorità Anticorruzione per sapere ciò che sa qualsiasi non dico segretario comunale ma persino qualsiasi impiegato di un Comune italiano dal più piccolo al più grande, ossia che l’ufficio di Staff di Sindaco e Assessori non c’entra nulla, proprio nulla con i Dirigenti o i Responsabili degli Uffici.
4. Il già Capo di Gabinetto si dimette e dichiara con enfasi che se un magistrato se ne va dal Comune di Roma questo è già un segnale. Certo, un segnale che ciascuno dovrebbe ritornare a fare il suo lavoro. Senza clamore.
5. L’Assessore all’Ambiente della Capitale già pluriennale consulente dell’ azienda dei rifiuti è indagata da Aprile scorso. Capirai che notizia! Sono stati indagati il Prefetto Pansa Commissario straordinario per i rifiuti a Napoli divenuto nel frattempo Capo della Polizia, e ben altri eccellentissimi innocenti servitori dello Stato e sono rimasti al loro posto. In attesa di essere assolti. Chi doveva comunicare cosa a chi? Se il movimento la smettesse con questa ridicola e nauseante equiparazione di una indagine ad una sentenza di condanna si risparmierebbe molte sceneggiate ora che si appresta a governare le città e forse persino la nazione.
6. Io personalmente non ce l’ho con nessuno dei protagonisti di queste vicende, in fondo assai banali, se non per l’analfabetismo giuridico di molti dei protagonisti, anche quelli con lunghissimi curricula. L’analfabetismo giuridico per chi vuole amministrare una città è una colpa grave. Più delle intenzioni cattive di chi di quell’ignoranza approfitta per i suoi secondi fini.
7. Speriamo che la Raggi lo capisca. In fondo in fondo, ma proprio in fondo mi è anche un po’ simpatica.