TRATTO DA LETTERA43.IT
Le accuse raccontano di mazzette, imbrogli, minacce, ricatti.
E connivenze che coinvolgerebbero – a suon di raccomandazioni – anche molti “vip” innamorati dell’isola.
A Capri è scandalo negli uffici pubblici.
Dall’incanto dei Faraglioni alle miserie dei favoritismi.
Altro che l’isola del bon ton.
O «il favoloso scoglio di Omero» (come lo definì Curzio Malaparte).
O «l’isola sacra» (di cui parlava Sartre).
Per i magistrati della procura di Napoli, a Capri se un’impresa non “sceglie” l’architetto “giusto” la pratica edilizia «resta ferma per anni tra le scartoffie inevase».
PURE I CARABINIERI… Capri imbrogliona? Tutto è da provare, ma un maresciallo dei carabinieri – secondo l’ipotesi accusatoria – avrebbe rubato per anni la corrente elettrica dal contatore della stazione (di cui è stato il comandante) per illuminare le stanze di casa sua.
Un vice comandante della Guardia di finanza si sarebbe infiltrato abusivamente nel sistema informatico delle forze di polizia.
MAZZETTE E CUCINE. Un funzionario dell’ufficio tecnico comunale avrebbe preteso, oltre alle mazzette, anche il marmo per arredare la cucina di casa nonché l’uso gratuito di un ciclomotore per tre anni.
L’ex comandante della stazione dei carabinieri si sarebbe accordato anche con un imprenditore perché il monopolio delle gite in barca e delle mini-crociere intorno all’isola fosse affidato a una società raccomandata.
In cambio, il militare avrebbe ottenuto un posto di lavoro per la figlia e per una sua amica, un aumento di stipendio, un viaggio a Londra.
TRATTAMENTI DI FAVORE. Sull’ex comandante pesa anche l’accusa di aver ottenuto un particolare trattamento (che gli inquirenti sospettano «di favore») da parte dei suoi ex superiori che, dopo lo scandalo e la sospensione, si sono limitati a trasferirlo a Firenze «in un alloggio di servizio fornito di garage e accesso alla piscina».
Ad allertare la curiosità dei magistrati è stata un’agenda in cui l’ex comandante ha annotato «tutti i favori che nel corso degli anni» avrebbe fatto «a personalità con ruoli istituzionali» venute a Capri, tra cui ci sarebbero «anche alti ufficiali dell’Arma».
L’isola “aumm aumm”, dove il vezzo è bypassare le regole
Il Grand Hotel Quisisana a Capri. Tutte le vie sono consentite per trovare un posto nell’albergo.
Veleni pilotati?
Fantasie senza riscontro?
È quanto vogliono accertare i pm, visto che nell’agenda incriminata si parla di «soggiorni alberghieri, cene in ristoranti di lusso, ormeggi di imbarcazioni, acquisto di orologi».
L’elenco dei favori corredato dai dettagli – periodi, giorni di permanenza, nome degli alberghi e dei ristoranti nonché i relativi costi da listino e quelli effettivamente pagati – veniva definito dall’ex comandante una «assicurazione sulla vita» da rendere pubblica solo nel caso in cui fosse finito nei guai.
TRIONFA IL SOTTOBANCO. Capri “aumm aumm”, dove il vezzo di bypassare le regole per ottenere “per forza” un posto in Grand Hotel a Ferragosto o un tavolo esclusivo (anche se ormai è già tutto esaurito) si realizza a volte per vie “troppo traverse”, grazie al “briga e briga”, al sottobanco, all’amicizia “giusta”, all’amico influente che ti deve un favore o al politico cui di favori ne sono stati già elargiti parecchi.
«AI VIP TUTTO CONSENTITO». Racconta chi conosce il luogo: «Sul confine assai labile tra il consentito e l’illecito bivaccano in molti fra gli aficionados di Capri, sia d’estate sia d’inverno: trattasi di gente in vista e di oscuri figuri, accomunati dal fascino della piazzetta, dal cosiddetto mal di Capri e dalla convinzione radicata che qui alla gente che conta tutto sia consentito».
E ancora: «Capri, si sa, è un fazzoletto di terra. C’è posto solo per pochi, ma chi si sente vip pretende di esserci. Sempre e comunque. Perché non esserci vuol dire che sei nessuno».
PRETESE E SUPPLICHE. Il ricatto (?) è sottile, spesso solo un incrocio di sguardi.
Lo sanno bene alcuni personaggi che occupano ruoli nevralgici sull’isola e vengono sommersi da un fuoco continuo di richieste e preghiere, litanie e pretese, suppliche e ordini perentori.
Dall’inverno all’estate. In tutte le lingue del mondo.
In tanti riescono a dire di sì o di no con correttezza.
SPREGIUDICATO DO UT DES. Ma c’è anche chi – secondo i magistrati – trova utile trasformare tale “mercato” in un “business” basato sul più spregiudicato dei do ut des.
Altro che l’ospitalità regale Anni 50 dei Rudy Crespi o Dado Ruspoli (che girava con un corvo vivo sulla spalla) o quella del gioielliere Chantecler (Pietro Capuano) che fece da cavalier servente a Edda Ciano.
Curzio Malaparte aveva un tavolo riservato al caffè Vuotto.
La Capri tollerante, libera e libertaria non c’è più
L’attrice Greta Garbo a Capri.
Nel libro Capri vita dolce vitaMarcella Leone de Andreis racconta di Orson Welles, Truman Capote, Alberto Moravia, Graham Greene.
Capri tollerante, libera, libertaria. Nuotare a riva era «un’usanza dopolavoristica» da cui i veri vip «rifuggivano inorriditi».
La vita, scrisse Oriana Fallaci, «qui cominciava dopo mezzogiorno». Anche allora c’era chi si faceva pagare sottobanco.
Dai paparazzi, per esempio.
Ma solo per rivelare dove Greta Garbo faceva il bagno nuda.
FAR WEST E DISORDINE. C’è chi da tempo lancia l’allarme: «Far west e disordine, caos e trasgressioni. Così muore Capri. A Natale 2015 ignoti hanno divelto le panchine al Belvedere di Tragara e le hanno lanciate nel dirupo antistante i celebri Faraglioni. Chi è stato? Si indaga».
Ha scritto Jean Paul Sartre: «L’obiettivo non è vedere Capri, ma avvertirvi una certa qualità di emozione».
Emozioni? A non mancare sono soprattutto quelle spiacevoli.
PALESTRA PER IMBROGLIONI. L’isola è diventata palestra per ladri di appartamenti, truffatori, imbroglioni.
I dipendenti dell’ospedale Capilupi non hanno esitato a usare l’unica ambulanza disponibile come se fosse un taxi per fini personali.
Ah, l’ospedale. Ad agosto 2015 il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis, dopo i 20 punti di sutura ricevuti dall’attaccante argentino Gonzalo Higuain inciampato sugli scogli, ha detto che la sanità a Capri «è in condizioni penose».
Volevano querelarlo, ma poi il DeLa ha contribuito al restauro di un campanile e la diatriba si è subito dissolta.
Ospedale Capilupi, una storia da brividi
La nobildonna Claudia Zweig Messanelli inaugura la riapertura dell’ospedale Cantalupi. La Messanelli ha ritirato indignata la sua donazione di 3 milioni all’ospedale.
Capri in contanti.
Umiliata e offesa.
Di recente, un medico di guardia ha preteso 25 euro da un paziente per elargirgli un farmaco che costa 4 euro e 90.
Portare un po’ d’ordine è complicato: a luglio 2015 la posa del manto bituminoso lungo alcune strade ha scatenato polemiche a non finire.
SANITÀ ABBANDONATA. Da brividi è la storia dell’ospedale Capilupi, dove il trasporto degli ammalati su elicottero è affidato dalla Regione Campania a una società privata e la Tac (l’unica sull’isola) è pronta da due anni, ma giace inerte e chissà perché.
Claudia Zweig Messanelli, la nobildonna che nel 2009 aveva stanziato tre milioni di euro per rendere decente il nosocomio, ha ritirato la somma indignata.
PREZZI SALATISSIMI. Trivago, il portale web di turismo internazionale, ha inserito Capri al settimo posto tra le località di mare con i prezzi più salati al mondo.
In media una camera in alta stagione costa 255 euro.
Troppo, secondo molti. Il giusto, secondo altri.
Ma inquieta il dubbio che – grazie ai favoritismi di cui sopra – a pagare la cifra piena al Grand Hotel e altrove siano in realtà solo i “turisti normali”.
SCONTICINI PER CHI CONTA. E che per i vip, per gli amici dei vip, per chi li accompagna lo “sconticino” a Capri (o addirittura il tutto gratis) sia sempre a portata di tasca.
Basta la telefonata giusta, l’amico che ti deve un favore, il sottoposto che non può dire di no.
Sì, ma il tutto in cambio di che? Anna Maria Boniello, giornalista, memoria storica, amica di centinaia di vip (è “la Elsa Maxwell” locale) sostiene da tempo che «tra volgarità, caos e violenza, lo stile Capri è ormai scomparso».
E chissà se mai risorgerà.
ALTRO CHE GRACE KELLY. Intanto, nelle stradine più eleganti, al posto di Grace Kelly, Greta Garbo o Jaqueline Kennedy spuntano a frotte le giovani “Natasce” mordi e fuggi e le mature “Jessike” siliconate fino a scoppiare.
Le si riconosce dal chewing gum ruminato tra i denti. Dal passo strascicato. Dagli stivaletti (leopardati) che si fermano a mezza gamba.