L’INTERVISTA – DON ANTONIO MANGANIELLO: IL SACERDOTE? HA FATTO BENE A RIFIUTARE IL POSTO AUTO

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IL PRESIDENTE DELLA CAMERA  FINI A SCAMPIADI DARIO REA

Dopo la novità, tutta ischitana, del posto auto riservato al sacerdote nella frazione di Sant’Antuono e le tante polemiche da essa innescate, abbiamo intervistato un sacerdote, un vero cristiano nel senso più puro del termine, che per anni ha combattuto la camorra a Scampia: Don Aniello Manganiello.

Padre, cosa ne pensa dell’ iniziativa presa ad Ischia nella frazione di Sant’ Antuono di creare un posto auto riservato al sacerdote?

«Credo sia davvero un’iniziativa infelice, sopratutto da parte del Comune che ha dato l’autorizzazione. Ovviamente siamo sempre sul piano dei privilegi che creano un ulteriore disparità con il cittadino che deve tribolare per trovare un parcheggio e deve anche pagare la sosta. Gli elementi che mi portano ad essere assolutamente contrario a quest’iniziativa sono essenzialmente due: innanzitutto il concedere un altro privilegio agli ecclesiastici, ed in secondo luogo la creazione di una disparità all’interno della comunità cittadina».

Lei ha mai avuto posti riservati? Ed accetterebbe di averne?

«Assolutamente no! E mai avrei accettato o chiesto un privilegio di questo genere. Il parroco dovrebbe fare qualche metro a piedi. Innanzitutto perché gli fa bene (ride ndr). Inoltre gli permetterebbe di cadenzare il suo passo insieme a quello della gente. Il cammino a piedi gli permetterebbe infatti di essere più vicino alle persone e di ascoltarne i problemi, e dunque di svolgere meglio la sua missione di evangelizzazione. Mi risulta che il parroco della chiesa di Sant’Antuono ad Ischia non ha accettato “l’omaggio” del Comune, quindi è una cosa molto positiva. E’ un prete che la pensa come me. Quindi ama passeggiare tra la gente, parlare con i suoi fedeli, incontrarli occasionalmente, per strada. Io quando ero a Scampia non prendevo mai la macchina, il camminare a piedi mi aiutava a guardare negli occhi le persone, a parlare con i ragazzi,e perché no anche con i camorristi che frequentavano la strada. Questo ulteriore privilegio fa anche perdere al parroco questa grande opportunità pastorale di contatto diretto con la gente dalla quale noi preti non possiamo prescindere. Noi preti dobbiamo stare in strada!»

Cambiamo argomento. Cosa ne pensa dell’idea di riservare posti a pagamento per vedere il papa quando verrà a Napoli?

«La cosa mi sconcerta! Tutto deve essere gratuito! Un conto è chiedere un offerta libera ai fedeli per sostenere le spese di organizzazione della venuta del Papa ed un altro e pretendere il pagamento di una prenotazione. La chiesa deve smetterla di pensare iniziative volte solo a fare cassa. L’unica vera ricchezza  è Gesù Cristo! Questo è il messaggio da comunicare. Determinate iniziative tendono ad allontanare sempre di più i fedeli. Parlare di tariffe è unacosa gravissima, si riservino spazi ai disabili, ai bambini e agli anziani ma arrivare a prendere soldi per riservare dei posti è un iniziativa che non piacerebbe assolutamente neppure a Papa Francesco».

La regione Campania ha stanziato duecentomila euro per organizzare la venuta del papa, questa somma le sembra eccessiva?

«Guardi le rispondo con un episodio che risale all’elezione di Papa Francesco. Per l’elezione dall’ Argentina volevano organizzare viaggi per raggiungere l’Italia e festeggiare l’elezione del Papa argentino.  Francesco invece disse di evitare queste spese e destinare quei soldi all’ aiuto dei poveri. Si potrebbe anche in questo caso utilizzare questi soldi in maniera differente».

Che posizione prende in merito alla polemica tra Gigi d’Alessio e i comitati della terra dei fuochi?

«Onestamente non riesco a comprendere la posizione dei comitati. Hanno fatto sempre di tutto per pubblicizzare e sensibilizzare le persone sulle problematiche inerenti al loro territorio. A me personalmente le canzoni di D’Alessio non piacciono, ma ad essere obbiettivi ben venga un messaggio di sensibilizzazione su una rete nazionale importante come canale cinque. Invece di lamentarsi e perdersi in polemiche inutili bisognerebbe impegnarsi insieme per svegliare le coscienze e soprattutto i politici corrotti che pensano solo ai propri interessi lasciando le popolazioni a combattere contro problematiche che anche la politica ha contribuito a creare. Io con la mia associazione “ultimi” lavoro sodo e silenziosamente e sono aperto a qualsivoglia collaborazione. Non comprendo i motivi di questa chiusura da parte dei comitati».