L’ISTAT: STRANIERI A ISCHIA, LA MAGGIORANZA PARLA RUMENO

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È in aumento, il numero di cittadini di nazionalità non italiana residenti sulla nostra isola. A dirlo sono i dati Istat, resi noti alcuni giorni fa, e che attestano  un nuovo, seppur piccolo, incremento di immigrati  che scelgono il nostro territorio come meta di dimora e lavoro.  Su di una popolazione totale di 64.085 abitanti, infatti, al 31 Dicembre 2017, gli stranieri residenti sull’isola sono risultati essere 4.568 contro i 4.545 di inizio anno.  Con 23 immigrati in più, la presenza straniera sull’isola rappresenta, il 7,1% della popolazione ischitana. Ancora una volta, meta prediletta sembra essere il Comune di Forio, dove gli stranieri residenti, lo scorso anno, sono stati oltre 1.000. Nello specifico, infatti, in totale gli immigrati residenti nel Comune all’ombra del Torrione, negli ultimi dodici mesi  hanno toccato quota 2.005 su circa 17.000 abitanti, contro i 1.950 del 2016, e rappresentando così l’11,2% della popolazione del territorio in questione.  A seguire Ischia con 1.160 stranieri su un totale di 20.018 abitanti, Casamicciola  450, Barano 440, Lacco Ameno 421 e Serrara Fontana 182. Agli inizi del 2017,  nel Comune di Ischia, gli immigrati residenti erano, invece, 1.148, a Lacco Ameno 248, a Barano 414, a Serrara-Fontana 186, a Casamicciola 467.

Ma qual’è l’identikit dei cittadini stranieri? Ad  essere sicuramente predominante, in tutti i Comuni dell’isola, la presenza di cittadini provenienti dalla Romania che  con un numero totale pari a 1.194, rappresentano il 26% della popolazione straniera residenti sull’isola. Anche in questo caso, in vetta alla classifica resta il Comune di Forio, dove i cittadini rumeni residenti al 31 dicembre scorso, hanno toccato quota 642. A seguire, gli ucraini che rappresentano il 19% delle residenze stranieri, confermando così il trend registratosi negli ultimi anni.  Nuovo boom, invece, di migranti provenienti dalla Repubblica Domenicana  che con circa 500 presenze rappresentano la terza nazionalità più popolosa sul territorio isolano.  A differenza di rumeni ed ucraini, i cittadini dominicani continuano a prediligere il Comune di Ischia. Lo scorso anno, infatti, 222 sono stati i nuovi residenti dominicani nel Comune capofila dell’isola, contro i 105 stanziati a Forio, i 35 a Barano, i 91 di Lacco Ameno e i 97 di Casamicciola Terme.  In continua diminuzione, invece, il numero di immigrati provenienti dal continente africano: la fetta più numerosa resta comune rappresentata dai Senegalesi – di cui 117 si contano nel solo Comune di Forio –  seguiti da tunisini e marocchini.

Prevalente, resta, in ogni caso, il numero di donne straniere residenti, in larga parte provenienti proprio dall’Ucraina e dalla Romania e di fascia di età compresa tra i 40 e i 44 anni. Un dato questo che sembrerebbe essere in perfetta linea con il trend generale nazionale che dal 2007 ha subito un cambio di rotta. Se, infatti, in passati, a trasferirsi sul territorio italiano erano per lo più stranieri di sesso maschile, da dieci anni a questa parte, sono, invece, le donne quelle che maggiormente migrano in Italia, e quindi anche sulla nostra isola, per ricongiungimento familiare o semplicemente per lavorare come assistenti domiciliari o badanti.

Ischia, insomma, resta ancora meta di migranti economici, anche se, c’è da dire che negli ultimi anni l’affluenza straniera ha visto continue mutazioni.   Se, infatti, nel  2014, gli stranieri residenti sul territorio isolano erano 3.486, nel 2015 questi hanno toccato quota 4.604,  nel 2016 invece 4.545, per poi aumentare nuovamente durante lo scorso anno. La presenza straniera, insomma, continua ad oscillare, restando comunque inferiore rispetto al numero di quanti invece emigrano all’estero.  Mentre gli scorsi anni, il saldo migratorio era positivo, nel 2017,   in tutta l’isola, eccezion fatta per il Comune di Forio e di Ischia, il numero di emigranti ha superato di gran lunga quello di immigrati. Al pari del trend nazionale, insomma, sempre più sono gli ischitani che decidono di cercare fortuna altrove abbandonando l’isola.