FORIO – Quella rottura col sindaco l’ha digerita molto facilmente, anzi pare che sia stato quasi liberarsi di un peso. E non c’è stato bisogno nemmeno dell’amaro o del caffè. Non si può dire lo stesso delle accuse e delle frasi pronunciate nei suoi confronti da Francesco Del Deo, che di recente aveva detto chiaramente che lui era stato messo alla porta e non aveva lasciato la barca. Lui è Stani Verde, giovane consigliere comunale di Forio, che in questa intervista parte proprio da quelle frasi del capo dell’amministrazione foriana, svelando una serie di retroscena su quanto accaduto nell’imminenza del suo addio alla maggioranza ma poi – inevitabilmente – finisce per spaziare a trecentosessanta gradi sulle questioni turrite, tra passato, presente e anche futuro.
- Partiamo dall’inizio e cioè da quanto dichiarato qualche tempo fa dal sindaco Francesco Del Deo che nelle sue esternazioni fu perentorio: ho cacciato Stani Verde dalla maggioranza. Per la verità all’epoca la tua versione dei fatti fu un po’ diversa. Dove sta la verità?
“A questo punto credo sia doveroso da parte mia procedere ad una ricostruzione reale e storica dei fatti. Francesco Del Deo più volte ha provato ad avvicinarmi, addirittura mi diede appuntamento a casa di un amico comune, quasi per responsabilizzare anche lui nel tentativo di convincermi a non lasciare la maggioranza”.
- E che successe?
“In quell’occasione spiegai a Del Deo ed all’amico, che detto per inciso è Paolo Ambrosino (che in passato è stato anche consigliere comunale all’epoca di Francesco Del Deo e Gaetano Colella), i motivi per i quali non potevo più proseguire il mio cammino con questa maggioranza”.
- Ossia?
“Abbiamo fatto una serie di promesse alla gente che sono state tutte disattese, con il sindaco che ha sempre cercato di convincerci che c’era stato un cambio forzato di programma. Di esempi ce ne sono a bizzeffe e parto dalle strisce blu: Del Deo sapeva da due anni e mezzo che sarebbe scaduto il contratto alla SIS ma nonostante tutto non ha preparato il bando in tempo nonostante le mie insistenze per passare ad una gestione diretta del Comune. Francesco ha atteso fino all’ultimo momento, spiegandoci che stava studiando chissà quale alternativa, e poi se ne esce spiegando che non c’erano i tempi per l’affidamento e nelle more di un bando ha fittato i parcometri della società. Il risultato? A questa azienda sono stati dati più soldi di quanti ne avrebbe guadagnati occupandosi del servizio, una roba da non credere. E fosse solo questo…”.
- Che altro c’è?
“La questione legata ai camion della Nettezza Urbana sistemati a Cava dell’Isola. In campagna elettorale il sindaco sbandierò ai quattro venti di avere una soluzione, per due anni di fronte alle mie insistenze per trovare strade alternative (che gli avevo anche proposto) mi veniva risposto che aveva un asso nella manica sottomano. Quando io gli chiedevo quale fosse, arrivava sempre la stessa risposta: non posso dirti nulla, se lo vengono a sapere i vicini dell’area individuata scoppia la rivoluzione e non riesco a portare a compimento l’operazione. A quel punto sono stato buono ed ho atteso, pur prendendo atto del timore di Del Deo verso i consiglieri perché temeva una fuga di notizie. Ci poteva stare, solo che poi ho capito che la sua non era una mancanza di fiducia, è che una soluzione proprio non ce l’aveva. Il problema è che lui propina frottole alla gente e poi fa altrettanto con i suoi consiglieri comunali, pensando in buona sostanza di poter prendere in giro il prossimo all’infinito. Ma fino a quando si può concedere credito ad una persona che ha degli atteggiamenti del genere?”
- Insomma, in buona sostanza avete fatto la figura degli allocchi…
“No, perché non eravamo degli stupidi, ma semplicemente persone che avevano dato fiducia al capo dell’amministrazione, io per primo. Ma quando ti accorgi che le chiacchiere non si trasformano in atti, allora bisogna agire di conseguenza, mi pare inevitabile. Ma guarda, il leit motiv si è ripetuto anche con la questione Ego Eco: adesso vediamo, adesso facciamo, mettiamo tutto a posto ecc. Finiva così anche con le strutture sportive ed altre piccole cose, si arrivava a scontri tra altri consiglieri ma alla fine seminava zizzania per gestire tutto. E finendo, tra l’altro, con il non gestire nulla…”.
- Ma perché allora si è parlato di “cacciata” piuttosto che un volontario allontanamento dalla maggioranza?
“La finalità c’è, era quella di dare un segnale ai consiglieri: non stiamo perdendo pezzi, sono io che ho fatto una cernita. Ma non è così: ripeto, lui mi ha pregato anche prima del consiglio comunale in cui votai contro il bilancio. E ne è testimone anche il presidente del consiglio comunale, Michele Regine. La sera prima c’era stato l’incontro con Ambrosino, poco prima dell’inizio dei lavori Del Deo e lo stesso Regine parlarono con me in una stanza attigua alla sala consiliare. Il sindaco provò a farmi tornare sui suoi passi, io gli dissi di dover prendere le distanze dalla maggioranza e dall’amministrazione. Volevo salvare il rapporto umano e gli dissi che mi sarei limitato a votare contro senza aggiungere altro, visto che c’era un clima di tensione per la presenza dei dipendenti Ego Eco e non volevo nemmeno mettere i colleghi consiglieri in imbarazzo o difficoltà. Insomma, non avevo intenzione di sparare sulla Croce Rossa: poi appena espresso il mio voto, oltre ad annunciare che ero fuori dalla maggioranza, partì con un attacco vile al quale io ho dovuto gioco forza rispondere”.
- La maggioranza ha perso qualche pezzo, si è parlato tanto di malumori ma adesso sembrano tutti allineati e coperti. E’ un’impressione fondata oppure no?
“Se noi parliamo a microfoni spenti con i singoli consiglieri comunali, fatta eccezione per due o tre di loro tutti risponderanno alla stessa maniera: e cioè che non sono contenti di come il sindaco gestisce la cosa pubblica, che non hanno voce in capitolo e che tutte le loro proposte cadono puntualmente nel limbo. Insomma, siamo davanti a persone intelligenti, loro sono consapevoli che c’è disamministrazione e dissentono totalmente dalle scelte del sindaco. Il problema è che poi quando c’è da incidere politicamente e far sentire il proprio peso, manca il coraggio di manifestare il tutto con l’azione politica. Mai detto fu più azzeccato per questi consiglieri: chi di speranza vive, disperato muore. Sperano che le promesse fatte vengano mantenute, ma è una speranza vana”.
- Eppure si era reduci da un’amministrazione profondamente rinnovata nel suo consiglio comunale, vista anche la scomparsa di Franco Regine e della sua maggioranza alle ultime elezioni…
“Il fatto è che Del Deo ha avocato tutti i poteri attorno alla sua persona, ma questo accade quando c’è un consiglio comunale che glielo consente. In questa amministrazione non c’è democrazia, non prevale la maggioranza, ma la volontà del sindaco e di un altro paio di persone a lui vicine. Ecco perché siamo impantanati. Di alcuni esponenti politici ho grande stima personale e politica, il fatto è che la mentalità giovane e la voglia di cambiamento cozza con il potere esercitato da Francesco Del Deo”.
- Appare chiaro che in questo momento la voce del dissenso è ampia e diffusa. Minare l’amministrazione numericamente appare difficile, forse è lecito pensare che già si sta studiando in prospettiva futura…
“Se facessi parte di un’amministrazione che, seppure con idee diverse dalle mie fosse capace di produrre qualcosa di buono per il paese, io la accetterei. Non l’andrei mai a minare, non rientra nel mio modus agendi: resterei al mio posto a fare da spettatore se non riuscissi ad essere al passo. E mi congratulerei anche, Io non mino nessuno, ho cercato di collaborare per due anni come molti consiglieri di dare un mio contributo affinché le cose cambiassero: poi, ripeto, mi sono accorto che venivamo sistematicamente presi in giro. Ogni qualvolta si vuole mettere in atto un’inversione di tendenza, si cozza inesorabilmente con gli equilibri che deve mantenere il sindaco”.
- E questo in chiave futura cosa comporta?
“Mi sembra conseguenziale, che è venuto il momento di mettere da parte tutti i personalismi. Tutti coloro che credono in quello che dicono e fanno devono unirsi per cacciare via, mandare in pensione non solo i politici attuali ma anche il loro modo da pensare preistorico e da vecchi volponi. Non si può proseguire con gente che tende solo a preservare gli interessi di amici ed amici degli amici”.
- Ma siamo sicuri che personaggi del genere ce ne siano a sufficienza?
“Ce ne sono, dammi retta. Anche in questo consiglio comunale ci sono persone serie e preparate, che stanno acquisendo una preparazione politica. Gli manca forse un po’ di esperienza e soprattutto il carattere per imporre – ripeto – non la loro linea, ma quella della maggioranza, come prevede la democrazia”.
- Beh, consentimi l’osservazione maliziosa, loro questo processo di cambiamento potrebbero anticiparlo. Perché non lo fanno?
“L’ho detto, manca il coraggio. Pian piano si deve risvegliare nelle loro coscienze qualcosa, devono realizzare che così avanti non si può andare avanti. Anche perché c’è l’aggravante che stanno amministrando anche loro, pur se di fatto lo fanno soltanto sulla carta. Ma voglio chiudere guardandomi indietro nel tempo. Io sono sempre stato contrario al commissario prefettizio, e quanto accaduto a Lacco Ameno è soltanto l’ultimo esempio in ordine di tempo. Ma la verità è che nel caso di Francesco Del Deo devo tristemente prendere atto del fatto che il dissesto di un commissario si lascerebbe preferire a quello che sta combinando lui. E credo di aver detto tutto…”.