Non sono un cristiano e neanche un buon cattolico praticante ma una persona che conosce ed apprezza il valore di chi ha sacrificato la propria vita personale per donarla al Cristo ed alla Chiesa scegliendo di indossare per tutta la vita un abito sacerdotale e per aver assunto il gravoso compito di essere “Pastore” di una parrocchia. Non ho mai amato essere dalla parte della massa, altrimenti non avrei – da oltre un anno – titolato questo mio spazio settimanale con la parola “controvento”. Queste premesse per trattare quella che ieri è stata la notizia del giorno: la decisione da parte del Comune di Ischia di riservare uno spazio stradale all’auto di don Giuseppe Nicolella. Una notizia che è stata messa su Facebook e che è diventata nel giro di un paio d’ore virale, oltrepassando i confini ischitani, finendo anche sul sito di Repubblica. Una ricerca spasmodica dello scoop e dello scandalo che in questo caso non c’è! Quasi tutti hanno stigmatizzato e condannato tale fatto, ma è stata un’autentica esagerazione! Don Giuseppe Nicolella e tutti gli altri sacerdoti compiono un servizio sociale, al pari dei medici (anzi spesso più di loro se solo si andasse a vedere quanta gente scambia i sacerdoti per psicologi) e delle forze dell’ordine. Che qualcuno al Comune di Ischia abbia deciso di ritagliare questo spazio per la “Chiesa” (dalla segnaletica è questo che si evince, non c’è scritto da nessuna parte che è uno spazio ad personam per don Giuseppe Nicolella) accanto a quello dei disabili, dov’è lo scandalo? In altra parte del giornale riportiamo la notizia per dovere di cronaca ed alcune notizie tecniche prese dal sito dell’ACI ma dobbiamo dire che ci sono anche altre norme (l’art. 7 comma 11 del regolamento di esecuzione del codice della strada) che affermano il contrario, ovvero la possibilità per il Comune di riservare uno spazio in determinati casi e per determinate esigenze. Ma non è sui tecnicismi e sulle norme del codice della strada che voglio soffermarmi ma sull’esagerata reazione che si è verificata sul web, di cui diamo riscontro in prima pagina. Una breve annotazione: tanti hanno gridato allo scandalo ma quando – anni fa – lo stesso Comune di Ischia ha messo le strisce blu nelle curve della strada che porta a Cartaromana perché non si sono “stracciate le vesti” e protestato in pari misura? La verità, in tutta questa storia, ha una sola radice: la nostra società è attraversata da un anticlericalismo dominante! Non c’è rispetto per i sacerdoti e non par vero quando si può dare addosso all’uno e all’altro prelato solo perché questi è visto come un nemico da combattere, non avendo – in realtà – alla base un percorso di fede che abbia portato a rispettare umilmente la figura, la persona del sacerdote. Ogni sacerdote o uomo di Dio che ho conosciuto si è sempre posto in un atteggiamento di parità rispetto a chi ha di fronte e non sul piedistallo solo perché si indossa un abito talare. Ognuno di noi deve porsi di fronte ad un uomo di Dio con un atteggiamento di umiltà ed inferiorità anche se l’uomo che cammina sotto l’abito non ci è simpatico ma, il fatto che attraverso le mani di quest’uomo avvenga la “transustanziazione” – ovvero la trasformazione del pane e il vino in corpo e sangue di Cristo – deve porre ognuno di noi in un atteggiamento di rispetto ed umiltà. Chi non ha capito tutto questo allora attaccherà e criticherà sempre ferocemente i sacerdoti e gli uomini di Dio, credendo anche di essere nel giusto. Chi non è in comunione con i sacerdoti e con la Chiesa è un pagano che si è creato una propria teoria, una propria “chiesa” ed una religione, questa sì ad personam!
DA IL GOLFO DI DOMENICA 4 GENNAIO 2015