L’OPINIONE – UN PARCHEGGIO PER LE NOSTRE AUTO O UN CAMPETTO PER I NOSTRI FIGLI?

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Dinamiche occulte o dispetti, scelte ponderate o pretesti, la decisione di non destinare un ulteriore spazio libero a parcheggio è una scelta che dovremmo condividere a prescindere. Come cittadini e ancor più come professionisti capaci di presenza critica. E’ una scelta giusta perché presa in un territorio ben oltre la semplice congestione veicolare. Oramai avviluppato in una sorta di strangolamento inesorabile.
Stretti nelle spire di un gigante rettile d’acciaio stiamo per asfissia perdendo tutti gli spazi e le bellezze, violentemente sacrificando i nostri spazi e la nostra dignità (e ancor peggio quella dei nostri figli) alla vorace volontà del dio automobile.
E’ una scelta giusta perché presa in un territorio divenuto insicuro e pericoloso, proprio a causa di un traffico scomposto, di una viabilità difficile e delle condizioni stradali precarie. Abbiamo vissuto a causa di ciò tragedie inenarrabili che non possono non indurci ad una riflessione e ad una reazione.
I parcheggi, come dimostra la realtà circostante, non risolvono affatto i problemi di spazio e di viabilità delle nostre strade, traducendosi semplicemente in moltiplicatori di veicoli, in incentivi ad un modello di mobilità insostenibile.
I centri abitati devono essere progressivamente liberati dai veicoli con l’efficientamento dei parcheggi periferici (il palazzetto da anni viene indicato come possibile nodo logistico per un servizio pubblico ed intermodale dove lasciare la macchina a favore di altri mezzi meno invasivi).
Il momento è ampiamente giunto di elaborare nuove forme culturali di vita su quest’isola altrimenti destinata alla morte o peggio ancora alla vita senza dignità.
Perciò invito gli avvocati a prendere coscienza e posizione al riguardo, facendosi per primi attori critici e convinti di un cambiamento divenuto necessario.