MINACCE E ATTI PERSECUTORI CONTRO UNA MINORE, AI DOMICILIARI PASQUALE SCOTTI

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Il gip  del Tribunale di Napoli  Carola ha accolto la richiesta del pubblico ministero ed ha disposto la carcerazione con la misura degli arresti domiciliari a carico del 22enne casamicciolese Pasquale Scotti. Nell’ambito dell’applicazione della misura degli arresti domiciliari con il divieto assoluto di comunicare con persone diverse dai conviventi anche a mezzo del telefono e via internet. L’ordinanza è stata notificata all’indagato dai carabinieri della Compagnia di Ischia. Il giovane risulta indagato del delitto previsto e punito dall’art. 612 bis del codice penale – ovvero atti persecutori – perché, come si legge nel dispositivo, «con condotte reiterate consistite nel seguire costantemente la minore M.A., nel minacciare di morte lei e le persone che si trovano in sua compagnia con espressioni del tipo “adesso vado a prendere un coltello e torno”, “portatemi dentro tanto non mi potete fare nulla”, talvolta anche con l’utilizzo di armi quali coltelli o pezzi di bottiglie rotte, inviandole numerosi messaggi del tipo “A. dimmi con chi stai che ti levo da mezzo anche a te, te lo giuro non sto scherzando, sto facendo davvero, prometto su A. che ti levo di mezzo”, o ancora “Mi puoi fare anche un’altra denuncia, mi pulisco il culo. Ho iniziato la guerra. Mo sta a voi decidere se la loro finire qua o no, stammi bene”, molestava la persona offesa in modo da cagionarle un perdurante e grave stato d’ansia o di paura nonché un fondato timore per la propria incolumità, tale da costringerla a modificare le proprie abitudini di vita». Il tutto, osserva il gip sempre nell’ordinanza, con l’aggravante di aver commesso il fatto nei confronti di una persona minore di età e con l’utilizzo di armi.

La vicenda in questione ha origine lo scorso 19 aprile quando A.M., accompagnata dalla madre, si reca presso la Stazione dei Carabinieri di Ischia, guidata dal luogotenente Michele Cimmino, per esporre il suo drammatico racconto. Nel quale faceva riferimento ad una serie di comportamenti minacciosi tenuti dallo Scotti conseguenza di un’infatuazione che lo stesso nutriva verso un’amica della la giovane ragazza, A.S.. E non a caso, il 14 aprile, nei pressi di un accorsato bar casamicciolese, A.M. era stata raggiunta dall’indagato il quale mostrandole un coltello infilato nel fianco destro, si rivolgeva alla A. dicendole “io ti ammazzo, guarda che ho il coltello”.

Un nuovo episodio di una certa gravità si verifica dieci giorni più tardi, esattamente il 24 aprile. Pasquale Scotti iniziò a dare in escandescenze dopo aver notato per strada A.M. e A.S. in compagnia di un loro amico. Dopo aver preso a calci un cestino dei rifiuti, prima di essere calmato da una parente, il giovane raggiunse più tardi i tre brandendo una bottiglia di vetro rotta ed insistendo nel suo comportamento minaccioso, in particolare minacciando di uccidere il ragazzo. A.M. avrebbe sentito lo Scotti dire che sarebbe andato a prendere un coltello a casa, frase questa udita e confermata anche da un agente in servizio presso il commissariato di Ischia, presso i cui uffici furono poi sentite a verbale altre utili testimonianze. Ma ormai siamo davanti ad una irrefrenabile escalation di violenza e si arriva così al 13 maggio, quando un altro episodio si verifica a Lacco Ameno.

Non sembra avere dubbi il gip Carola sui gravi indizi di colpevolezza ai danni dell’indagato in ordine al reato ascrittogli. Il magistrato scrive che «invero nelle condotte dello Scotti sono ravvisabili più reati (minaccia aggravata, porto ingiustificato di arma da taglio, lesioni personali, ecc.) allo stato non contestati dal pubblico ministero. Per quanto concerne il reato per cui il pm ha avanzato la richiesta di misura cautelare, va evidenziato che le dichiarazioni rese da A.M., assolutamente specifiche e dettagliate in ogni punto e dunque già intrinsecamente credibili, trovano riscontro nelle circostanze cadute sotto la diretta percezione dei verbalizzanti e degli altri soggetti presenti ai fatti, nonché nei messaggi dalla stessa ricevuti e che certamente hanno contenuto minaccioso (…”dimmi con chi si sta sentendo A. che ti levo da mezzo anche a te, te lo giuro… non sto scherzando… ti levo di mezzo”, “Dì a tuo padre che cancella la richiesta di amicizia che è meglio per lui che non si mette in mezzo». Una serie di riscontri che per il dott. Carola sono sintomatici di una versione dei fatti attendibile, genuina e priva di intenti calunniatori. Nell’ordinanza si legge poi che «appare altrettanto evidente che le reiterate, intimidatorie e moleste condotte dello Scotti hanno indotto in A.M. il permanente timore di essere aggredita (come dimostrano anche i continui interventi della Ps). Di conseguenza, deve ritenersi che la condotta dell’indagato abbia costretto A.M., se non ad alterare le sue abitudini di vita, quantomeno ad avvertire una destabilizzazione della serenità e dell’equilibrio psicologo, versando costantemente in uno stato di paura e ansia. Si tratta, invero, di più episodi commessi in costanza di un pericolo grave per l’incolumità della persona offesa e posti in essere da soggetto privo di autocontrollo, forse affetto da disagio mentale ed evidentemente animato da un atteggiamento ossessivo nei confronti di A.S.- amica della persona offesa – tipico di un soggetto affetto da intenzioni persecutorie. Il reato ascritto all’indagato è procedibile d’ufficio perché commesso in danno di una minore».