NEL PORTO CON LA MASERATI, MARCO AMORETTI SI RACCONTA

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di Gennaro Savio

Una Maserati che fa il giro d’Italia non farebbe alcuna notizia se non fosse che l’automobile in questione regolarmente dotata di ruote, sterzo, motore e luci anteriori sta girando lungo tutto lo stivale nientepopodimeno che via mare. Al volante dell’autobarca c’è il giovane Marco Amoretti il quale partito da La Spezia, conta di giungere a Venezia in tempo utile per poter mettere il suo mezzo di trasporto   in mostra alla Biennale. E per riuscire in questa storica impresa condotta in solitaria, vive da mesi in mezzo al mare spostandosi quasi quotidianamente di porto in porto. In questi giorni Marco con la sua barca a quattro ruote, tra lo stupore dei residenti e di centinaia di migliaia di turisti, sta facendo tappa lungo le straordinarie e lussureggianti coste dell’isola d’Ischia. E con la nostra telecamera lo abbiamo incontrato nel porto di Casamicciola Terme dove a fare da sottofondo alle sue manovre sull’acqua salata c’era la canzone di Edoardo Bennato “L’isola che non c’è”. E meraviglia davvero vedere la macchinetta di Marco farsi largo e primeggiare tra i lussuosi e costosissimi maga yacht ancorati nel porto della cittadina Termale. A spingere Amoretti in questa sua rischiosissima impresa è la passione per il mare e le avventure che gli ha trasmesso il suo papà. E assieme ai suoi fratelli Mauro e Fabio e al loro amico Marcolino De Candia, dodici anni fa si lanciò in un’avventura senza precedenti sfidando l’Atlantico a bordo di  due auto riempite di poliuretano espanso. Con lui abbiamo parlato delle sue avventure e degli imprevisti grattacapi che gli ha riservato la sua Maserati. Infatti un giorno sull’Arno sorvolava un elicottero dei Vigili del Fuoco mentre dei sommozzatori si immersero per scandagliare gli argini in cerca di un’auto che qualcuno aveva notato essere trascinata dal fiume…, mentre un’altra volta, così come riportano le cronache del tempo, Marco dovette rinunciare alla sua impresa perché fermato dalle Forze dell’Ordine  durante l’attraversamento di un altro fiume, il Tevere. Oggi però si sente tranquillo in quanto dice di essere in possesso di un permesso provvisorio come natante sperimentale da diporto.  A Marco, naturalmente, auguriamo di giungere a Venezia quanto prima possibile affinché possa coronare i suoi due sogni:  quello di esporre la sua autobarca alla Biennale e quello che le sue avventure possano finalmente diventare un film. Un film da Oscar così come da Oscar sono il suo straordinario coraggio e la smisurata passione con cui conduce le sue incredibili imprese in nome del Papà che non c’è più. Ciao Marco, a rivederci alla prossima sfida!