NICOLELLA: DA LODI A FORIO LA “STRADA” E’ BREVE

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DI NICOLA NICOLELLA ***

Dopo l’arresto del sindaco di Lodi per turbativa d’asta, non possiamo fare a meno di fare alcune riflessioni che interessano anche il nostro Paese.
Prima di tutto, può apparire effettivamente oltremodo gravosa la misura cautelare della custodia in carcere per aver predisposto un bando di gara per favorire nell’affidamento della gestione di una piscina comunale senza alcuna datio di soldi ad una associazione in particolare, anche se la misura cautelare – il GIP – l’ha giustificata dalla circostanza di evitare l’inquinamento delle prove visto che la PG ha accertato che il sindaco stava tentando di cancellare le tracce di queste dal suo computer e che le misure meno afflittive non erano idonee a salvaguardare tale esigenza.
Per tale motivo molti esponenti politici non hanno perso tempo a mettere in risalto la provenienza partitica del sindaco al fine di discreditare il partito di appartenenza mentre altri esponenti politici non hanno perso tempo per stigmatizzare il comportamento dei magistrati per l’adozione di una misura cautelare così gravosa per un reato da considerare di poco conto ovvero nei confronti di una persona per bene.
Ebbene, al di là delle considerazioni squisitamente giudiziarie, viene subito da dire che i reati contro la pubblica amministrazione sono tutti gravi ed offendono non solo l’art. 97 della Costituzione ma – di conseguenza – tutti i cittadini.
In ogni caso, nell’apprendere questa notizia, la cosa che viene subito in mente è la circostanza che nel nostro Paese di turbative d’asta se ne vedono tante senza alcuna adozione di misura cautelare ne l’insorgenza di un procedimento penale a carico degli amministratori.
Qualcuno potrà chiedere quali sono i casi verificatisi a Forio.
Basti pensare in tema di gestione di strutture sportive, il tentativo di affidamento delle strutture ad associazioni che avessero alcune prerogative. Dall’analisi di quelle che erano le prerogative, si evinceva che potesse partecipare una sola cooperativa.
Ancora affidamento diretto attraverso una delibera di giunta di un’area per la realizzazione di un distributore di benzina in prossimità del Porto. Questa delibera non solo non veniva revocata ma addirittura veniva spostato il sito dove doveva essere costruito il depuratore.
Ancora l’affidamento delle strisce blu con un bando con il quale venivano invitate ditte, tra le quali molte di queste non hanno nemmeno i requisiti richiesti per la partecipazione al solo fine di giustificare che essendo state invitate molte ditte non si vuole favorire una in particolare.
E che dire del Porto di Forio, ove il Sindaco anziché di cacciare la società che attualmente gestisce i servizi e predisporre un bando serio ovvero attraverso la gestione di una società in house, chiede alla Regione di prorogare in favore dell’attuale società affidataria, il 45 bis C.d.N.
E per non parlare degli appalti dei lavori pubblici, dove troviamo affidamenti diretti dei lavori ovvero dei bandi quasi cuciti a vestito a favore di alcune ditte.
A tal proposito, ci chiediamo perché le deleghe che il sindaco affida ai dirigenti hanno una durata molto esigua. Sembra che il Comune di Forio abbia battuto tutti i record in ordine al numero dei decreti sindacali in ordine all’affidamento delle deleghe ai dirigenti ed al periodo esiguo delle stesse. Con un pizzico di ironia la domanda sorge spontanea: Come mai?
Forse chi non esegue i comandi non avrà più la delega a quel settore? Come mai vi è una continua rotazione? Forse ad avere i contatti deve essere sempre e solo il sindaco?
Beh! A questo punto la frase di Davigo ci deve far riflettere ed è venuto il momento che i cittadini acquistino nuovamente la fiducia nella classe politica, e per fare ciò crediamo che sia venuto il momento di dare un taglio serio con quell’esponenti politici che provengono dalla prima repubblica con un ritorno alla vera Repubblica con la R maiuscola.

*** CONSIGLIERE COMUNALE FORIO