NOTTE PRIMA DEGLI ESAMI: DOMANI INIZIA IL PROCESSO A GIOSI FERRANDINO

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ISCHIA – Non sarà una notte come le altre. Quella che sta per arrivare per il sindaco d’Ischia, Giosi Ferrandino, sarà la classica notte prima degli esami, per fare il verso alla celebre canzone di Antonello Venditti. E fa niente se non ci sarà un’aula scolastica ed un collegio di professore, quanto piuttosto un’aula di tribunale ed un collegio di giudici, a decidere se quell’esame sarà superato o meno dal primo cittadino, se lo stesso sarà “promosso” o “bocciato”. Ma il processo che lo vede imputato nell’ambito del processo legato alle presunte tangenti nella metanizzazione, ha una valenza che va decisamente oltre ad una semplice sentenza. Le accuse dalle quali deve difendersi il sindaco, per quanto in presenza di un’ipotesi di reato che poi si è comunque affievolita dopo l’ordinanza di custodia cautelare, sono di quelle davvero fastidiose e vanno al di là dell’aspetto meramente giudiziario. In molti hanno più volte obiettato che siamo davanti ad una vicenda in cui la linea di confine tra codice penale e questione morale è davvero di quelle sottilissime, ma questo presumibilmente a Ferrandino poco importa. A lui, come dichiarato anche di recente, interessa che si aprano le danze e che possibilmente il processo duri il minimo sindacale, e chissà se su questo potrà essere accontentato perchè ci sono due fattori che gli giocano contro: la complessità della vicenda, che certo non potrà essere archiviata in quattro e quattr’otto, e soprattutto i tempi lunghissimi della giustizia italiana. Ma domani mattina, a meno di rinvii per le questioni legate ai soliti “cavilli”, si parte alla ricerca della verità e per un momento non soltanto il sindaco d’Ischia, ma anche l’intera isola, ritornerà a quella mattina di lunedì 30 marzo, quando una intera comunità si risvegliò in preda ad un incubo, accendendo la televisione o collegandosi ad internet e scoprendo che Ischia, improvvisamente, non era più l’ombelico del mondo ma era diventata una sorta di capitale delle tangenti e del malaffare. Quello tsunami mediatico, del quale ancora oggi ci si sta leccando le ferite, non potrà essere rimarginato da nessuna sentenza.