IdaTrofa|Sala partecipata ma non piena, poche e sollecitate dal Prof Enrico Formato del DIARC che ha contribuito a redigere il piano, le osservazioni e le domande dei cittadini, lunghi ed estenuanti invece gli interventi dal palco tecnico istituzionale che forse hanno assopito la platea. E’ questa la sintesi dell’assemblea pubblica tenutasi ieri nel tardo pomeriggio presso l’Auditorium Carriero di Lacco Ameno, subito dopo la conferenza stampa di presentazione del Piano Regionale di Ricostruzione tenutosi al Palazzo Reale di Ischia. Un clima freddo e di comprensibile smarrimento e scettiscismo al Carriero che ha lasciato il campo agli interventi dell’immancabile Agostino Iacopo del comitato di Protagonisti per l’isola d’Ischia e di qualche cittadino che alimentava dubbi sule diversità di colorazioni tra immobili vicini della stessa zona, tra chi è blu resta in sito e nero da delocalizzare. Domande anche sulla sorte degli immobili gravati dal terzo condono, al momento senza esiti e dunque non ristorabile: chi viene demolito per delocalizzazione obbligatoria, rischia di doversi pagare lo smaltimento macerie senza ricevere ristori, indennizzi, né ricostruzione o delocalizzazione. Ancora spazio alla questione dei rischi non mitigabili in alcune zone del Cratere dove al momento avrà validità il PdRi prima di essere esteso a tutta l’isola e dove come nell’area di massimo impatto della frana del 26 novembre 2022, non ci saranno opere o interventi in grado di mitigare il rischio e dunque di salvare le case dal nero delocalizzazione. “La vita umana viene prima di tutto” ha detto Giovanni Legnini parlando di rischi non mitigabili in queste zone come il Celario. E sulle motivazioni singole per ogni edificio diversamente colorato, ciò non toglie che i cittadini potranno presentare osservazioni. Sulla ricostruzione, demo-ricostruzione degli immobili in area RPAT a Rischio Potenzialmente Alto c’è già l’accordo, come aveva anticipato l’assessore Regionale Bruno Discepolo a poter assentire questi interventi. Sta di fatto che le numerosissime delocalizzazioni obbligatorie si trovano nella parte alta di Casamicciola, nelle are ritenute a rischio non mitigabile come Gradone e Celario.Non è stata, come evidente , una assemblea facile dal pulpito traspariva un certo disagio ad ammettere il pesante
impatto del piano ritenuto unanimemente uno strumento importante, ma da perfezionare. Interventi, molto tecnici di Università con il DIARC e Discepolo, più politici da Legnini, passando per Bonavitacola, il vicepresidente della Regione che non era invece intervenuto alla conferenza stampa di Ischia, per finire con Giosi Ferrandino e Giacomo Pascale. Illustrato il piano dall’assessore regionale all’urbanistica Pascale ha chiesto “ nuove risorse per chi sarà costretto a delocalizzare”. Ancora ha aggiunto: ”Non lasceremo indietro nessuno, c’è già uno sportello comunale per affiancare i cittadini . Non abbiamo mai immaginato una ricostruzione senza piano , ma chiedo alla regione di affiancarci politicamente perché questi piano presenta criticità , serve quel qualcosa che ancora manca. Ovvero risorse per procedere a ristori economici per chi dovrà essere delocalizzato”. Giosi Ferrandino dinanzi all’evidenza dei tanti cittadini che per delocalizzazione potrebbero perdere la casa ha provato a rassicurare tutti mettendo dei paletti: “Faremo le nostre osservazioni al Piano. Molte delle nostre osservazioni sono già state accolte . Apriremo uno sportello . Quel che chiederò con forza è che, dove sulle mappe vedete le case nere che indicano la delocalizzazione, ciò avvenga solo in tre circostanze : 1- che avvenga perché si trovano in aree a rischio molto altro; 2-deve fare posto alle infrastrutture. Qua c’è incertezza perché non ci sono ancora questi progetti per le infrastrutture ( riferimenti alle vasche di colmata) 3-assicurarsi che il proprio edificio non intralci le vie di fuga e quelle che sono i dettami de Piano di Protezione Civile “ . Spiega il sindaco di Casamicciola che poi aggiunge: “ se ci sono edifici in queste piantine del Piano segnate di nero che non rispondono a questi tre, segnalatelo e ci faremo carico di segnalare la cosa alla Regione “ Il vicepresidente Fulvio Bonavitacola a chiudere gli interventi politici ha detto: “Questo piano non è un punto di arrivo, ma un punto di partenza , il piano è migliorabile e di lavoreremo”. Diverse questioni sollevate come detto in relazione alle diverse colorazioni del piano, date in stesse zone del paese e con colorazioni diverse che implicherebbero diversità di trattamento. Ma quando tutti meno se l’aspettavano falla platea è giunta la domanda velenosa dall’imprenditore Costantino Punzo che nella frana ha perso un pezzo della sua famiglia e che ha posto la questione cogente dello smaltimento dello sfratto e delle macerie: “Stiamo riscontrando molti problemi nello smaltimento dei rifiuti, intendente che la cosa continui cosi? ”. Ha risposto Legnini parlando del suo bando per siti di stoccaggio che non ha dato esiti su 4 adesioni, solo una è rimasta in piedi e tre scartate per problemi di proprietà ed urbanistici. Per il resto Legnini parla di un “problema legato anche ai trasporti via mare in terraferma. Potrebbe esserci un problema di tipo monopolistico”. Poi ha passato la parola a Ferrandino che ha detto:“C’è qualche stortura! E’ pronta una segnalazione alla Procura della Repubblica“ . Alla fine, è stato assicurato da Discepolo che ci saranno altri incontri e concertazioni. La prossima il 27 gennaio. Il piano dovrebbe entrare materialmente in vigore dopo le osservazioni il 7 marzo.