PIDA 2024, ISCHIA PREMIA L’ARCHISTAR BENEDETTA TAGLIABUE

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Policentriche, resistenti al cambiamento climatico, in grado di favorire relazioni sociali e scambi culturali, capaci di contrastare i danni del cosiddetto overtourism: l’idea delle città europee del futuro ha animato il confronto tra architetti e pensatori di tutto il mondo nel corso della dodicesima edizione del Premio Internazionale Ischia di Architettura (Pida), andata in scena a Forio con ampia partecipazione di professionisti e di pubblico. 
Tra i principali ospiti, l’archistar Benedetta Tagliabue, fondatrice – con Enric Miralles – dello studio EMBT, che ha ricevuto il Pida Internazionale. “Dobbiamo immaginare – ha spiegato – città che favoriscano le relazioni sociali e in cui la gente, abitandovi, si senta meglio. Per farlo, continueremo a dialogare con sociologi, ingegneri e climatologi, consapevoli degli effetti dei cambiamenti climatici, e proveremo ad arginare i rischi del cosiddetto overtourism, che si traduce oggi in intere aree metropolitane destinate esclusivamente ai flussi del turismo di massa. L’idea è che ogni quartiere, ogni zona, ogni area debba essere una micro-città”. 
Tra i progetti più importanti di Tagliabue il Parlamento scozzese a Edimburgo, il Mercato di Santa Caterina, la sede centrale di Gas Natural Fenosa, il Parco Diagonal Mar a Barcellona e il Padiglione spagnolo all’Expo mondiale di Shanghai del 2010. L’archistar ha parlato anche del progetto della stazione della metropolitana di Napoli del Centro direzionale, la cui inaugurazione è prevista per la prossima primavera: “Siamo partiti da più di vent’anni, le infrastrutture pubbliche hanno bisogno di molta pazienza, ma è stato un processo interessante, mosso dall’obiettivo di creare un luogo riconoscibile, in cui le persone siano a proprio agio, in un’area complessa, percepita come ‘altra’ rispetto alla città. Napoli mi affascina e ha preso coscienza, finalmente, di essere non solo una città del passato ma anche una città del presente e del futuro”.
Il focus sulle trasformazioni delle città contemporanee ha ispirato anche l’intervento di Maurizio Carta, ordinario di urbanistica all’Università degli Studi di Palermo: “Le metropoli devono avere la capacità di riappropriarsi della collezione del passato, senza tuttavia imitarlo né ripercorrere strade già tracciate. Quanto all’overtourism, il turismo è come un farmaco, nell’accezione etimologica del termine: la sua efficacia e la sua velenosità dipendono dai modi di somministrazione, e per questo occorre avere una buona politica urbana, che sappia regolare i flussi, indirizzandoli”.
“Le città vivono soprattutto di relazioni. – ha evidenziato Massimo Crusi, presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori (CNAPPC) –  la necessità primaria è far convivere le persone che vi abitano, quelle che le utilizzano, quelle che le visitano. L’equilibrio è la parola chiave per la loro vivibilità”. 
“Ritengo interessante che un’isola rimandi una riflessione sulla direzione che stanno prendendo la città. – annota l’assessore all’urbanistica della Regione Campania, Bruno Discepolo – Sappiamo che uno dei fenomeni più intensi è la crescita demografica delle grandi metropoli, ma mi piace immaginare che l’Italia – in virtù della sua armatura urbana – rappresenti un modello differente, che punti alla qualità della vita dei piccoli centri. 
Tra gli altri premiati, il portoghese Fernando Guerra, tra i più celebri fotografi d’architettura al mondo, la giornalista Livia Peraldo Matton, dal 2001 direttrice di “Elle Decor Italia”, magazine internazionale di design e tendenze, arredamento e stili di vita, architettura e arte, e Uberto Siola, già preside del dipartimento di architettura dell’università di Napoli Federico II. Per la sezione Alberghi, premiato lo studio NOA Architetti; per la sezione Spa, la società Starching; Pida alla carriera a Marco Piva, architetto e designer tra i più quotati a livello internazionale, Marco Piva, già fondatore di Studiodada Associati, a lungo riferimento per gli architetti e i designer radicali in Italia. 

Nel corso dell’evento, studenti delle università di Roma Tor Vergata e Palermo e del Politecnico di Milano hanno preso parte a un workshop di progettazione architettonica per il pieno recupero ambientale e paesaggistico dell’area oggetto di frana a Casamicciola. Tra i motivi d’ispirazione, la tecnica giapponese del “kintsugi”, letteralmente “riparare con l’oro”, tecnica di restauro ideata dai ceramisti giapponesi per riparare tazze in ceramica lasciando traccia delle crepe.
Chiusura nel segno dello spettacolo con un concerto che ha visto protagonista cantante sudafricano Jean Michel Byron, già frontman del gruppo rock Toto, impreziosito dalle videoproiezioni dell’artista anglo-canadese Matthew Watkins, tra gli esponenti di spicco della mobile digital art.
“Il Pida continua a essere un laboratorio d’idee per la collettività e la crescita della sua platea di riferimento è la piena conferma della bontà di un format che privilegia il confronto critico, anche interdisciplinare, sui grandi temi contemporanei dell’architettura e dell’abitare”, sottolinea il presidente del Pida, Giovannangelo De Angelis.