PNRR, L’INDAGINE: LA BUROCRAZIA RITARDA I PROGETTI DEI COMUNI

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l totale dei progetti presentati dai Comuni assomma a 80 miliardi e il Governo ne ha assegnati solo 40. Non è vero quindi che sono gli Enti locali a frenare il PNRR, sostiene ASMEL, l’Associazione per la Sussidiarietà e la Modernizzazione che rappresenta 4.100 Enti Locali in tutt’Italia.

Da un’indagine SVIMEZ, si evince che il 40% dei Comuni trova le procedure PNRR troppo complesse e si è visto costretto a ricorrere a consulenze esterne.

«Un’ottima notizia – sostiene Giovanni Caggiano, Presidente ASMEL – in termini di capacità amministrativa, perché il 70% dei Comuni italiani ha meno di 5.000 abitanti e organici ridotti al lumicino da un dissennato blocco delle assunzioni trascinatosi per troppo tempo. Il fatto che solo il 40% dichiari di aver bisogno di consulenze esterne non solo dimostra che quasi la metà riesce a fare da solo, ma anche che gli altri non si perdono d’animo e attraverso consulenze esterne riesce a sopperire».

Non a caso, sottolinea ASMEL, tutti gli associati possono usufruire del proprio Centro di competenza PNRR che eroga assistenza gratuita ai Comuni in tutte le fasi, dalla progettazione all’accesso ai finanziamenti, dalla gestione della gara a quella della fase contrattuale, del collaudo e della rendicontazione.

Una recente rilevazione condotta da Noto Sondaggi ha messo in evidenza che l’88% dei Sindaci ritiene che i ritardi del PNRR derivino da eccessivo centralismo nella gestione dei Fondi. La percentuale sale al 92% tra quanti ritengono necessario alleggerire l’iter procedurale che impone ai Comuni vincoli e controlli fino a cinque volte maggiori di quelli in capo delle amministrazioni centrali.

I Sindaci si sono espressi anche su ANAC, il cui Presidente ha recentemente definito gli stessi Sindaci come eroi che sbagliano. Gli interventi dell’Autorità sono avvertiti dall’80% degli intervistati come un freno all’efficienza della spesa. Percentuale che sale all’81% tra quanti vedono ANAC come una sorta di agenzia preposta all’aumento delle complicazioni.

«I risultati del sondaggio – sostiene Francesco Pinto, segretario generale ASMEL – sfatano il mito di ritardi nel PNRR causati dai Comuni. I quali, al contrario, sono più virtuosi e più orientati ai risultati, perché generalmente sottoposti a un controllo sociale più stretto. Sopperiscono alla carenza di risorse e di personale, attraverso la sussidiarietà e l’ampio coinvolgimento della cittadinanza. Non chiedono soldi, ma opere di bene. In primis, semplificazione e superamento della pretesa di imporre regole gestionali uguali per tutti i Comuni grandi e piccoli. Per il PNRR si potrebbe potenziare il ricorso al modello spagnolo, che affida plafond di spesa ai Comuni, lasciandoli liberi di scegliere le modalità di impiego».