Venerdì 21 settembre dopo una solenne Concelebrazione eucaristica presieduta da sua Ecc.za Rev.ma Mons. Gennaro Acampa, Vescovo ausiliare di Napoli, si è svolta una Solenne Fiaccolata con l’Icona del Cristo Crocifisso del porto,dopo un restauro di circa un anno, che ha percorso tutta via Roma – da zona Lingua a zona Grotte – e si è conclusa con l’intronizzazione della sacra Icona sulla sua croce, splendente e luminosa, al monumento del porto.
Grande emozione soprattutto di Sua Ecc.za il Vescovo Acampa che ha desiderato ardentemente presiedere a questo evento sin dall’anno scorso, da quando venne a celebrare il Giubileo sacerdotale del parroco Sac. Giovanni Costagliola, anch’egli soddisfatto e felicissimo per una celebrazione riuscita davvero con il cuore e con profonda fede e fervente devozione del popolo di Procida.
Grande partecipazione di bambini e mamme, operatori pastorali della Parrocchia e tanta gente accorsa da ogni parte dell’isola per un evento così unico e solenne che rimarrà nella storia della nostra Isola.
Non una processione, come spesso si vede, vuota e distratta, caratterizzata quasi sempre dal chiacchiericcio del popolo, ma un atto di profondo amore, profuso di preghiere e di canti al Signore, di tante persone che accompagnavano un Amico che tornava a casa, tra il suono struggente ed emozionante delle sirene dei pescherecci, voce di tutta l’umanità sofferente e bisognosa anche solo di una carezza, e la musica gioiosa e solenne di “Jesus Christ you are my life” che dava speranza ai nostri cuori accompagnando l’intronizzazione del Cristo alla croce, lì al monumento del porto.
Commozione, emozione, partecipazione, lacrime di gioia e di profonda fede, occhi lucidi, gioia, tenerezza, condivisione, soddisfazione…tanti i sentimenti delle persone presenti e soprattutto l’immagine di un quartiere, quello della Marina Grande, vestito a festa con tante bandierine colorate per tutto il corso di Via Roma, luci ai balconi, preziose coperte ricamate tirate fuori dai baulidel corredo, fiaccole e lanterne illuminanti il cammino del Cristo, fuochi d’artificio e luci colorate che hanno accompagnato il corteo dall’uscita dalla Chiesa dei Marinai piena di fedeli trepidanti e osannanti.
Un corteo preparato con cura e con amore in onore del CRISTO DEI PESCATORI, Sacra e prodigiosa Icona del Cristo Crocifisso, dipinto su tela e fissato su sagoma di legno, del 1845 : segno eloquente di fede e di devozione dei pescatori di Procida che la fecero realizzare, con il suo annesso monumento, come prolungamento della vicina Cappella di S.Alfonso Maria de’ Liguori, che si trovava nell’attuale Sacrestia dell’antica Chiesa dei marinai di Procida, dedicata oggi a Maria SS.della Pietà e S.Giovanni Battista, eretta come primitiva Cappella nel 1616 e come Chiesa nel 1624, nella Marina di S.Cattolico. Nell’antica Cappella dei pescatori S.Alfonso Maria de’ Liguori nei primi del 1700, teneva la catechesi serotina.
Gli antichi pescatori e naviganti raccontavano che il mare, infrangendosi sul muretto del monumento, al porto, faceva innalzare colonne d’acqua che andavano a sbattere sul volto del Cristo, quasi a volerlo scuotere per tenerlo desto e poter vegliare sul suo popolo. Un amore che dura da secoli e non è mai finito, quello tra il Cristo dei pescatori ed il popolo di Procida: Il grande Mimì Ferrara scriveva: “Il Cristo rappresentava l’Isola, la casa che si lasciava per la lunga avventura sugli oceani. ….”Si salpavano le ancore, si alzavano le vele, si partiva lentamente dalla scogliera. L’equipaggio, prima di iniziare le manovre del canape, rivolgeva l’ultimo fervente saluto ed una preghiera a quel Crocifisso che troneggiava nel recinto, simbolo di fede marinara. Cominciava così la campagna che durava diversi anni. Comunque se andava tutto bene, finalmente all’orizzonte apparivano le gonfie vele del bastimento che puntava verso Procida. Alla Marina, dove già sapevano e attendevano il rientro del veliero, un marinaio correva a casa dell’armatore per avvertirlo dell’imminente arrivo, mentre le campane della Chiesa della Madonna della Pietà suonavano a festa: era l’affettuoso segno di bentornato che la Madre tributava ai suoi figli, che provati da tanti pericoli ritornavano finalmente nel suo seno”…
Ora il nostro CRISTO CROCIFISSO è lì a vegliare su ognuno di noi nel suo arcano e limpido splendore; è lì per incrociare il nostro sguardo; è lì senza barriere e senza catene; è lì a salutare chi parte e chi arriva in questa terra di mare e di amore; è lì con il suo corpo al sole e al vento; è lì a chiederci pace, amore, rispetto, decoro per il suo trono. Non catene ai suoi piedi, non ostacoli al suo monumento.