REFERENDUM CAREMAR, BOCCIATO L’ACCORDO SINDACALE DI FEBBRAIO

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di Gennaro Savio

Martedi’ 29 e mercoledi’ 3O marzo 2O16 presso la sala d’attesa di Porto Calata di Massa dove da mesi i bigliettai licenziati tengono un presidio permanente di protesta, si sono tenute le operazioni di voto del referendum consultivo indetto dai lavoratori della flotta Caremar che sono stati chiamati ad esprimersi sull’accordo sindacale del 23 febbraio scorso sottoscritto dai sindacati della triplice CGIL, CISL e UIL, dall’UGL e dall’USLAC/UNCDIM. Un accordo che è stato siglato senza che alle trattative venisse invitato il sindacato di base Or.s.a. marittimi che tra tutti i sindacati raccoglie la maggioranza degli iscritti, oltre il cinquanta per cento. Sindacato Or.s.a. il quale, cosi’ come si legge in un comunicato diramato in precedenza, non accetta trasformazioni unilaterali dei rapporti di lavoro subordinato a tempo indeterminato e le decurtazioni economiche a discapito dei lavoratori e chiede con forza l’applicazione del contratto nazionale del lavoro in relazione all’orario che non dovrà superare le 8 ore giornaliere. Ebbene, il risultato del referendum, per il quale è stato ampiamente superato il quorum, è stato a dir poco plebiscitario per il SI. Infatti tutti i centoquindici lavoratori che si sono recati alle urne hanno bocciato l’accordo sindacale del 23 febbraio. Tra i lavoratori c’è grande entusiasmo per il risultato del referendum e la convinzione che con questo voto sia stata scritta una gloriosa pagina della storia dei lavoratori marittimi italiani. E mentre Gennaro Bottiglieri, Segretario nazionale dell’ Or.s.a. marittimi ha espresso tutta la sua soddisfazione per la schiacciante vittoria del SI, Nicola Lamonica dell’Autmare ha detto che alla luce del risultato referendario le Istituzioni, a partire dalla regione Campania, devono finalmente prendere in considerazione le richieste dei lavoratori in lotta. Domenico Savio, Segretario generale del Partito Comunista Italiano Marxista-Leninista, che da sempre si batte per il diritto alla mobilità e alla continuità territoriale dei cittadini e dei pendolari delle isole del Golfo di Napoli e contro la sciagura dell’avvenuta privatizzazione della flotta pubblica, ha sottolineato come attraverso il referendum i lavoratori della Caremar abbiano sonoramente bocciato la linea politica dei sindacati di natura padronale e di regime capitalistico rivendicando, al tempo stesso, il diritto di porter portare avanti autonomamente la lotta di classe per il riconoscimento dei propri diritti sindacali. Inoltre Savio continua a chiedere con forza alla regione Campania l’immediato annullamento degli atti di privatizzazione della Caremar.