Il gip Colucci ha accolto la richiesta degli avvocati Antonio e Mitty De Girolamo emettendo un’ordinanza di sostituzione della misura cautelare nei confronti dell’ischitano A.S., recentemente condannato in primo grado a sei anni e quattro mesi di reclusione con l’accusa di maltrattamenti in famiglia (il nostro giornale proprio di recente ha intervistato in esclusiva la moglie dell’uomo). Dagli arresti domiciliari A.S. è tornato in libertà con l’unico obbligo di avvicinarsi ai suoi familiari ossia alle persone offese. Nel suo dispositivo il magistrato osserva che “può ritenersi che il periodo di detenzione domiciliare subito abbia richiamato l’indagato al rispetto dei precetti penali violati, attenuando le esigenze cautelari finora esistenti. Invero, lo S. ha usufruito in costanza di arresti domiciliari di un’autorizzazione al lavoro esterno che gli ha consentito di uscire di casa quotidianamente, ebbene lo stesso ha rispettato i limiti di tale autorizzazione e non ne ha mai approfittato per avvicinarsi alle persone offese. Può pertanto concedersi, con un unico credito di fiducia, la misura degli arresti domiciliari con il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalle persone offese e il divieto di comunicare con le stesse attraverso qualsiasi mezzo”. Da qui la decisione di accogliere l’istanza dei difensori di A.S. e la sostituzione della misura cautelare.
Per Antonio e Mitty De Girolamo si tratta di un risultato indubbiamente significativo soprattutto laddove si consideri che la posizione del loro assistito non era certamente delle più facili. A.S. era finito nei guai dopo che a luglio dello scorso anno la moglie lo aveva denunciato alle forze dell’ordine dopo una serie di soprusi e maltrattamenti che la stessa aveva lamentato, riferendo nei suoi esposti che il coniuge – con il quale nel frattempo ha avviato gli atti per arrivare alla separazione – fosse arrivato anche ad aggredirla fisicamente ed a minacciare se stessa e anche i genitori di lei peraltro molto anziani. Tutto questo dopo aver fatto tappa all’ospedale Rizzoli per farsi refertare diversi giorni dopo essere stata “affrontata” in maniera dura dal marito. Da quel momento è iniziata l’attività di indagine con A.S. che di fatto non sarebbe riuscito a frenare il suo impeto e la furia cieca nei confronti della donna, che sarebbe stata più volte seguita e molestata. Una serie di denunce che hanno fatto scattare l’allarme rosso inducendo così la Procura della Repubblica a porre l’uomo in regime detentivo agli arresti domiciliari. Per arrivare poi alla condanna, con il rito abbreviato, alle pena di sei anni e quattro mesi di reclusione con la conferma della misura restrittiva che adesso è stata invece modificata ed è decisamente più lieve. Tra l’altro, i difensori di A.S. hanno già annunciato che ricorreranno in Appello, dunque il contenzioso giudiziario è destinato a vivere altri capitoli.