SALVA MILANO, NON PASSANO GLI EMENDAMENTI PER SALVARE GLI ABUSI ISCHITANI

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Il tentativo, va riconosciuto, è stato di quelli lodevoli anche se non ha sortito gli effetti sperati. Un gruppo di deputati, infatti, aveva provato a inserirsi nel cosiddetto “Salva Milano” proponendo una serie di emendamenti che tanto avrebbero giovato al sud Italia ma anche all’isola. La norma era stata annunciata diverse volte dal ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini e punta nelle intenzioni a sciogliere i nodi legislativi sull’urbanistica nel capoluogo lombardo, in particolare dopo una serie di inchiesta condotte dalla Procura della Repubblica e relative a presunti abusi edilizi. Il provvedimento è stato presentato dall’attuale maggioranza di governo ed assegnato in Commissione Ambiente della Camera, con l’indicazione di poter usufruire di una corsia preferenziale. E così hanno provato a proporre due distinti emendamenti all’articolo 1 un gruppo di onorevoli ossia Gianpiero Zinzi, Manuel Alessandro Benvenuto, Gianangelo Bof, Elisa Montemagni e Graziano Pizzimenti. Nel primo dei due emendamenti veniva stilata una sorta di graduatoria delle demolizioni che di fatto avrebbe fatto slittare i proprietari di prima o unica abitazione in coda, nell’attesa magari di una legge salva ruspe sempre agognata ma che la politica proprio non ha il coraggio di approvare. Nel secondo emendamento, firmato dal solo Zinzi, il deputato chiedeva di sospendere temporaneamente le demolizioni giudiziali. L’obiettivo era quello di giungere a stoppare almeno temporaneamente le demolizioni, in attesa di tempi migliori, ma a mettersi di traverso è stato Mauro Rotelli, presidente dell’ottava Commissione, che ha dichiarato gli emendamenti inammissibili.